Silvia Romano rapita in Kenya, 14 arresti. Sala: "Sentito i familiari, fasi delicate"

Sono in corso gli interrogatori per risalire agli autori del sequestro e al possibile nascondiglio. Tra i vicini di casa c'è Vecchioni: "Paese pericoloso"

Silvia Romano

Silvia Romano

Milano, 22 novembre 2018 - Quattordici persone arrestate per il rapimento di Silvia Romano, la volontaria italiana di 23 anni rapita in Kenya. Non farebbero parte del commando di otto persone che ha prelevato la giovane dopo aver ferito a colpi di arma da fuoco diverse persone tra cui tre bambini nel villaggio di Chakama. Ma potrebbero avere avuto contatti con il gruppo di sequestratori se non proprio esserne complici. Sono in corso gli interrogatori per risalire agli autori del rapimento e al possibile nascondiglio. La notizia arriva dal quotidiano "Daily Nation", che cita fonti della polizia keniota secondo cui gli arresti sono avvenuti durante un'operazione notturna condotta nelle aree di Chakama e Galana-Kulalu.

Il comandante della polizia costiera locale, Noah Mwivanda, ha da parte sua confermato che ci sono stati degli arresti senza tuttavia precisarne il numero, e ha aggiunto che gli agenti di sicurezza hanno esteso l'operazione alle contee di Tana River e Taita Taveta.  La polizia sta inoltre ricercando Said Abdi Adan, un residente del posto che secondo diversi testimoni oculari sarebbe fuggito dalla zona pochi giorni prima del rapimento che, secondo quanto riferito dai media locali, sarebbe stato condotto da almeno cinque uomini armati, presumibilmente di origine somala, che hanno attaccato la casa per bambini in cui la cooperante lavorava, chiedendo denaro e ferendo gravemente cinque persone, fra le quali un ragazzo di 12 anni. 

CHI E' SILVIA - Milanese ed è un'ex atleta di ginnastica artistica, laureata in mediazione linguistica, cercava la sua strada. E il suo cuore e le sue aspirazioni l’hanno portata in Kenya a darsi da fare per una onlus, Africa Milele, con sede a Fano, nelle Marche. Sui social si vede sorridente mentre veste tipici abiti africani o in posa coi ‘suoi’ bambini che seguiva attraverso un progetto di sostegno all’infanzia: sorrisi, visi dipinti coi colori dell’arcobaleno, allegria a tavola. In estate era stata volontaria per la Orphans’s dreams onlus e cercava di sensibilizzare le persone anche a distanza, spronandole a donare qualcosa o a comprare braccialetti realizzati dai bimbi, per ampliare la struttura e promuovere progetti.  

LA FAMIGLIA: "NON CONTATTACEI PIU'" - "Silenzio e pace, speranza e forza": è quanto ha chiesto la famiglia di Silvia Romano. La sorella maggiore, Giulia, ha chiesto che la sua famiglia non venga più contattata dai media. "Non condivideremo nessuna informazione finché Silvia non sarà a casa - ha detto - e vi preghiamo di smetterla di cercare di contattarci perché non siamo una famiglia cui piace stare in tv o suoi giornali".

SALA: "HO PARLATO CON LA FAMIGLIA" - "Ho sentito il padre e la sorella. Poi giustamente la Farnesina ha chiesto di rimanere in silenzio in queste fasi delicate e cosi' faro'. In questo momento non faccio nulla perche' c'e' poco da fare. C'e' stato un invito preciso a mantenere il silenzio, spero che le cose si risolvano nel breve termine". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine dell'inaugurazione del Centro Aggregativo Multifunzionale di via Voltri, questo pomeriggio, commentando il rapimento in Kenya della giovani Milanese Silvia Romano.

VECCHIONI SOLIDALE - Tra i vicini di casa di Silvia  c'è anche il cantautore Roberto Vecchioni: "Conosco la storia ma non conosco Silvia di persona. Certo che per il Kenya questo non è un momento facile, io avevo una casetta a Watamu, sotto Malindi ma non vado da 10 anni perché è diventato abbastanza pericoloso. In questi ultimi tempi ci sono state diverse intrusioni in villa ed è cambiato tutto. La colpa è nostra, dei colonizzatori. Comunque mi spiace tantissimo per la ragazza". A chi sui social scrive che Silvia se l'è andata a cercare, Vecchioni risponde senza indugi: "Questa è una cretinata mai vista, una  cosa che non voglio nemmeno sentire dire: ognuno è libero di andare dove vuole ma purtroppo - conclude - questo odio fa parte della mentalità di oggi" 

"NON MANGIO PIU' SENZA SILVIA" - "Da quando Silvia e' stata rapita non riesco piu' mangiare". Lo ha detto all'Agi Ronald Kazungo, il 19enne amico keniano che era presente quando la giovane volontaria è stata sequestrata in un piccolo villaggio a circa 70 km da Malindi. "Rivoglio Silvia, e' la mia migliore amica. Noi tutti che la conosciamo e le vogliamo bene, speriamo che torni presto. Penso che l'abbiano rapita per soldi, ma di piu' non posso dire: il mio migliore amico mi ha raccomandato di non dare molti dettagli su quello che e' successo". Ronald e' uno dei ragazzi che la ong 'Africa Milele' 'sponsorizza' negli studi. Stava aiutando Silvia, che ha 5 anni in piu', nelle attivita' dell'associazione quando sono arrivati i sei sequestratori, armati di kalashnikov e machete. "Quando i rapitori l'hanno presa - e' il racconto del ragazzo - lei gridava: 'Ronald, Ronald aiutami! Ho cercato di spingere via una delle persone, ma mi ha colpito con un grosso bastone sulla testa'". 

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