Volontaria rapita in Kenya, l'appello dell'amico: "Liberate Silvia, ha l’Africa nel cuore"

Un amico: «Ne è rimasta incantata, sognava il contatto con i bimbi»

Francesco Pisani, l’amico di Silvia

Francesco Pisani, l’amico di Silvia

Milano, 22 novembre 2018 - «Gi occhi le brillavano quando parlava dell’Africa, non vedeva l’ora di ripartire. Mi aveva confidato: “Questo viaggio mi riempie di gioia” e io ero felice per lei».Francesco Pisani è amico di Silvia Romano, la 23enne milanese volontaria della Africa Milele onlus con sede a Fano, nelle Marche, rapita martedì sera in Kenya da una banda armata. Amico e anche tra i titolari della palestra Zero Gravity di via Valvassori Peroni in zona Lambrate, dove la ragazza lavorava.

Quando Silvia è partita per il Kenya?

«Ai primi giorni di novembre. Alla fine di ottobre mi aveva infatti comunicato, quasi mortificata, che non avrebbe potuto tenere i suoi corsi di acrobatica per i bambini».

Da quanto tempo lavorava con voi?

«Aveva iniziato a giugno dello scorso anno ed era arrivata da noi tramite una collega della Pro Patria, la società nella quale si era distinta prima come atleta di ginnastica artistica e poi come istruttrice. Ci era stata suggerita lei, per seguire i piccoli ai campus estivi. Quindi aveva iniziato a giugno del 2017 per poi proseguire con i corsi di acrobatica che ha tenuto da settembre del 2017 fino a maggio di quest’anno. Nel frattempo, a febbraio, si è laureata in mediazione linguistica».

E la scorsa estate ha vissuto la sua prima esperienza in Africa?

«Sì. Da luglio, per un paio di mesi. Ne è rimasta entusiasta, incantata. Poi è tornata a lavorare da noi come istruttrice facendo delle lezioni private in attesa di ricominciare i corsi di acrobatica».

Ma ha deciso di ripartire...

«Esatto. Le è stata proposta un’attività in Kenya, a contatto con i bambini, da una seconda onlus, e lei ha deciso di accettare perché il lavoro era in linea con le sue aspirazioni e con ciò per cui aveva studiato. Era ciò che desiderava. A chiamarla è stata la stessa presidente di questa onlus che aveva visto in lei la persona giusta. Questa volta Silvia è partita con il solo biglietto di andata».

Da quando è in Africa vi siete sentiti, con telefonate o messaggi?

«No. Ma la seguivo sui social, vedendo che era felice».

Che persona è Silvia?

«È piena di energia, allegra, trascinatrice. Attacca bottone con tutti ed entra subito in sintonia con le persone. A volte la prendevamo in giro per questa sua esuberanza».

Conosce la sua famiglia?

«Ho conosciuto la sorella e pure il suo cane, un bastardino al quale è affezionatissima. Non abbiamo contattato i familiari, rispettiamo il loro riserbo e come tutti aspettiamo sviluppi, sperando che Silvia torni presto da noi: è una ragazza straordinaria, altruista e generosa, che diffonde il bene e si dona agli altri. Merita il meglio».

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