Milano, rapinatori condannati. La mascherina è un aggravante

Sette e otto anni di reclusione per i due pregiudicati che fuggirono con 100mila euro dopo un colpo grosso alla filiale Mps di corso Lodi

La banca finita nel mirino

La banca finita nel mirino

Venti minuti in tutto per fare esaurire il temporizzatore, svuotare il bancomat, mettere le mani su 100mila euro in contanti e fuggire in scooter, con lo zaino colmo di banconote. Il colpo grosso di due rapinatori milanesi, che alle rapine avevano fatto il callo, rispettivamente di 40 e 42 anni, era avvenuto lo scorso marzo in una filiale di Mps di corso Lodi, passando quasi inosservato. Record di tempo e abilità all’epoca, record di pena ieri, quella inferta dal gip Sofia Fioretta che ha condannato i due pregiudicati a 7 e 8 anni, riconoscendo come aggravante anche il fatto che indossassero la mascherina, anche se allora, a marzo, era ancora obbligatoria e quindi inevitabile. Quindici giorni soltanto per fare appello, già annunciato dai legali per via della straordinaria "severità della pena", dicono. Una rapina vera, con un bottino ricchissimo, ma dalle modalità insolite.

I due infatti fanno irruzione nella filiale, intimando alla cassiera di aprire il deposito del denaro del bancomat. La donna aveva a portata di mano lo sblocco della cassa, ma erano necessari circa venti minuti per l’apertura. I due quindi, attendono come clienti qualunque, all’interno della filiale, senza destare alcun particolare sospetto, facendo passare avanti tutti gli altri clienti in coda. Salvo poi dir loro che la porta di uscita era bloccata per un problema tecnico e che anche loro stavano aspettando di uscire. Come se non ci fosse nulla di anomalo. Intanto, a temporizzatore scaduto, i due, preso il denaro e messo nello zaino escono senza che nessuno (tranne i dipendenti della banca) si accorga di nulla. Con un routinario viavai di clienti che entrano ed escono a rapina in corso.

I due poi, salgono su uno scooter con targa rubata. Un dipendente della filiale esce subito dopo, li rincorre e riesce a fotografare alcuni dettagli dai quali la polizia li riconoscerà. Sul posto gli investigatori della squadra mobile, guidati da Marco Calì, insieme agli uomini della Scientifica e agli agenti del commissariato Mecenate. Lo scooter dei due pregiudicati 40enni viene intercettato poco distante, in via San Dionigi, dove già pochi giorni prima era stato rinvenuto un altro mezzo rubato e usato per una rapina a un’altra filiale di banca.I rapinatori saranno arrestati mentre escono dalla casa di uno dei due, dove si erano incontrati per spartirsi i soldi. Hanno entrambi precedenti per rapina: erano stati arrestato nel 2008, facevano parte di una banda di sei rapinatori che, con coltelli e taglierini, aveva messo a segno in sei mesi 17 colpi in banche di Milano e nell’hinterland.

mail: anna.giorgi@ilgiorno.net

 

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