"Mio figlio sotto choc dopo una rapina". Mamma coraggio scova il baby-delinquente

Niguarda, dodicenne minacciato per strada con coltello e derubato da un ragazzino di 14 anni: "Ho cercato il responsabile: l’ho trovato con la refurtiva". Poi la denuncia alla polizia

La vittima è stata intercettata mentre era spasso con amici in via Pozzobonelli

La vittima è stata intercettata mentre era spasso con amici in via Pozzobonelli

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Milano - Gli è bastato mostrare il coltello, "dalla lama di oltre 10 centimetri", per intimorire la sua vittima e derubarla spalleggiato dalla sua gang, domenica alle 19 in via Pozzobonelli in zona Niguarda. Ma il baby rapinatore, di 14 anni, non poteva immaginare che poi avrebbe dovuto fare i conti con la mamma del ragazzino preso di mira, di due anni più piccolo. La signora, come una leonessa, quando ha visto suo figlio rientrare a casa "sotto choc", come racconta lei stessa, e spogliato del suo cappellino e del marsupio con dentro la cassa per ascoltare la musica e il caricatore del cellulare, è salita in auto a caccia del ragazzino e nel mentre ha chiamato la polizia.

Un lavoro di squadra: "Con me c’era il secondogenito, di 14 anni, mentre il più grande di 17 perlustrava la zona in bici", spiega la donna. Dopo pochi minuti, l’avvistamento: "Il rapinatore era sul marciapiedi di via D’Anzi, sempre nel quartiere, con in testa il cappellino di mio figlio e il suo marsupio legato in vita. Mi sono fatta restituire tutto. Non c’è stato neppure bisogno che scendessi dalla macchina: avrà visto il mio sguardo di fuoco". Quando la Volante della polizia del commissariato Greco-Turro, guidato dal dirigente Antonio D’Urso, è arrivata sul posto, la refurtiva era già stata restituita alla mamma del dodicenne. E per il quattordicenne, che ha già commesso rapine dello stesso tipo, è scattata la denuncia.

Domenica il dodicenne era a spasso in bicicletta con altri due amichetti, "quando – spiega la mamma – si è imbattuto in questo ragazzino, che lui conosce di vista, accompagnato da altri suoi amici. Ha mostrato il coltello e mio figlio, intimorito, non ha reagito. Poi gli ha slacciato il marsupio mentre un altro gli rubava il cappellino. Infine il gruppetto è scappato con il bottino, infilandosi nel Parco Nord. Mio figlio e i suoi amici hanno provato a inseguire i fuggitivi con le bici ma hanno dovuto desistere quando si sono dileguati tra i cespugli. Lui è poi tornato a casa impaurito e avvilito. Non è andato neppure a scuola, lunedì e martedì: ha preferito fare lezione a distanza".

La mamma della vittima è furiosa. "Non si fa abbastanza. Chi è più piccolo, o più fragile, subisce continuamente angherie e viene pure rapinato in strada. Io sono nata e cresciuta nel quartiere di Niguarda ma un clima così brutto non c’è mai stato: vorrei che ci fosse un maggiore controllo e più presenza delle istituzioni, perché ci sono tanti ragazzi “difficili“ che devono essere recuperati ma soprattutto ragazzini che hanno il diritto di andare a scuola e di girare per il loro quartiere senza paura di fare brutti incontri".

 

 

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