"Rapinato in gioielleria, ho paura"

Daniele Santomauro si è trovato faccia a faccia col bandito. E ora non tiene più gli orologi in negozio

Un frame del video della tentata rapina

Un frame del video della tentata rapina

Milano, 28 novembre 2020 - "Abbiamo rafforzato tutti i sistemi di sicurezza. Soprattutto, vendiamo ormai solo su appuntamento: non teniamo più orologi in negozio". Daniele Santomauro, 50 anni, è il titolare di Orologeria Duomo in via Orefici 2 che lo scorso 2 ottobre ha subìto una tentata rapina. La prima ("e mi auguro l’ultima", dice) in oltre 30 anni di attività. Si è trovato faccia a faccia con il bandito, un cinquantanovenne romeno che lo ha minacciato di morte puntandogli addosso una pistola. Alla fine l’uomo è stato arrestato e non è riuscito a portargli via nulla.

Dopo l’episodio ha deciso di non tenere più orologi in negozio? "Esattamente. L’altra volta mi è andata bene, quell’uomo non solo ha minacciato di uccidermi ma stava portando con sé orologi dal valore complessivo di 68mila euro. Per fortuna sono riuscito ad avvisare la polizia senza che lui se ne accorgesse e a fuggire dal retro appena in tempo. Ora, per non rischiare più, non tengo più nulla da mostrare a clienti di passaggio. Continuerò con questo sistema, riaprendo dopo il periodo Covid: al momento, il negozio è chiuso per il lockdown". Secondo un sondaggio realizzato da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, con la pandemia le imprese sono più esposte al rischio criminalità. In aumento anche i furti, che hanno colpito di più l’oreficeria (14%). Che ne pensa? "Io penso che le persone oneste, anche quando sono disperate, difficilmente riescono anche solo a concepire l’idea di commettere un furto o una rapina. Credo che questi aumenti dei reati siano dovuti al fatto che, essendoci il lockdown, quindi strade meno frequentate e controlli delle forze dell’ordine concentrati spesso su altro, si creino le condizioni ideali per commettere i reati. In centro io vedo che è proprio cambiata la tipologia di persone che lo frequentano". Chi lo frequenta? "Prima di chiudere l’attività ho notato un cambio di presenze. I miei clienti abituali, impiegati o altri commercianti che ora non possono essere al lavoro in presenza, hanno lasciato una voragine, riempita da altre persone che gravitano in zona e che non ispirano fiducia. La percezione di sicurezza è peggiorata". Durante la chiusura, il lavoro prosegue comunque? "Sì. Il negozio è chiuso come tutti gli altri esercizi commerciali che non vendono beni di prima necessità, ma resta aperta la vendita on line, che avevamo già attivato in precedenza aggiungendola a quella tradizionale". 

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