Rapina in banca, via con 100mila euro: incastrati dalla foto del passante

Raid nella filiale Mps di corso Lodi: in azione due uomini con il volto coperto, dipendenti sequestrati

La polizia davanti alla filiale Mps di corso Lodi

La polizia davanti alla filiale Mps di corso Lodi

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Milano - ​La foto del passante decisiva per individuare il modello del motorino in fuga. L’intuizione degli specialisti della Mobile e il collegamento con un altro raid andato in scena qualche settimana prima. Il ritrovamento dello scooter rubato in via San Dionigi e il blitz a casa di uno dei sospettati. I due banditi presi in flagrante, subito dopo essersi spartiti il bottino.

Flash dall’indagine-lampo che nella tarda mattinata di ieri ha portato nel giro di un’ora all’arresto dei due rapinatori accusati di aver razziato 100mila euro in contanti nella filiale Mps di corso Lodi 18: in manette sono finiti due italiani di 41 e 44 anni, Gianluca Bisceglia e Riccardo Raga; il primo, in particolare, fu arrestato nel 2008 come componente di una banda accusata di aver rapinato 17 banche in sei mesi. La storia ha inizio qualche minuto dopo mezzogiorno, quando i due, coi volti parzialmente coperti da cappellini e mascherine chirurgiche, entrano nell’istituto di credito all’angolo con piazza Buozzi: taglierini in pugno, intimano ai dipendenti di non azionare l’allarme e radunano tutti in un angolo, nell’attesa che si apra la cassaforte temporizzata. Trascorre mezz’ora, poi i banditi scappano col bottino, senza lasciare feriti dietro di loro. Montano in sella a un motorino, ma un passante ha la prontezza di riflessi di immortalare lo scooter col suo smartphone. I

l luogo del raid è tutt’altro che sconosciuto per i segugi dell’Antirapine, coordinati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Francesco Giustolisi: sull’altro lato della strada, alla filiale della Banca popolare di Sondrio di via don Emiliani, è andato in scena un blitz simile 12 giorni prima, con un bottino di 3mila euro. Gli agenti ricollegano gli episodi e ipotizzano che uno dei due banditi sia entrato in azione in entrambi i casi. E poi c’è un altro elemento: indagando sulla rapina di via don Emiliani, i poliziotti sono già risaliti al motorino rubato usato per il primo colpo, ritrovato in via San Dionigi.

E lì ci trovano pure il secondo scooter, che coincide perfettamente con quello fotografato dal cittadino. A quel punto, d’intesa con il pm di turno, scatta la perquisizione a casa del sospettato, insieme ai colleghi del commissariato Mecenate guidati dal dirigente Angelo De Simone. Gli investigatori non fanno neppure in tempo a salire le scale ché si ritrovano uno dei rapinatori davanti: in un borsone ha la sua parte di bottino. In casa trovano il complice, i taglierini, gli abiti indossati per il colpo e il resto della refurtiva. Inchiesta chiusa e soldi recuperati.

Dal curriculum criminale di Bisceglia spunta il precedente di 14 anni fa, quando le indagini lo inserirono in un gruppo di banditi che rapinava banche travestendosi con parrucche, barbe finte e false uniformi da ferrovieri o vigilantes: il primo entrava a volto coperto, aprendo la strada al resto della gang. Per minacciare e sequestrare clienti e impiegati, usavano i taglierini. Come ieri in corso Lodi.

 

 

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