In coma dopo la festa: a processo l’unico indagato

Luca, 21 anni di Lainate, perse conoscenza perché un amico lo fece ruotare su se stesso con troppa forza e gli fece sbattere la testa a terra

Luca Castiglioni con la madre

Luca Castiglioni con la madre

Milano, 2 febbraio 2021 -  Forse la ricostruzione fornita dagli investigatori su cosa è successo a Luca Castiglioni, l’informatico 21enne di Lainate che ha lottato fra la vita e la morte per mesi dopo aver partecipato a una festa, metterà fine ai tanti dubbi e farà luce su cosa lo ha spinto ad un passo dalla morte. Proprio la famiglia aveva lanciato un appello per capire e dare un senso a tanto dolore. Oggi c’è una verità processuale e, per lesioni colpose, un decreto di citazione che dispone direttamente il giudizio per l’unico ragazzo indagato. Per gli investigatori, coordinati dalla pm Francesca Gentilini, quella notte fu un gioco finito tragicamente a portare Luca Castiglioni in coma. Torniamo all 26 luglio di due anni fa, la casa è quella di una amica di Luca che compiva gli anni, a Nerviano. Stando alla ricostruzione degli investigatori, l’indagato, di costituzione molto corpulenta, avrebbe proposto a Castiglioni di "divertirsi facendo la ruota" e si sarebbe proposto di aiutarlo. Lo avrebbe preso per i fianchi per fargli fare un giro su se stesso di 360 gradi, ma poi lo avrebbe spinto con troppa violenza, facendolo volare e sbattere la testa violentemente sul pavimento di marmo, davanti a tutti gli altri invitati alla festa, alcuni dei quali stavano facendo a loro volta le ruote. Il 21enne però si rivelò subito grave e trasportato d’urgenza in ospedale fu ricoverato in terapia intensiva e poi affrontò una lunga riabilitazione.

Nell’interrogatorio davanti al pubblico ministero Gentilini, il giovane indagato, incensurato, si è scusato più volte, in lacrime, nel confessare e ricostruire quanto successo quella sciagurata notte, che non riesce a dimenticare. Tra le ipotesi iniziali della Procura, oltre al tentato omicidio poi derubricato, c’era stata anche quella di una rissa tra i ragazzi, in cui Castiglioni avrebbe avuto la peggio. Queste due piste erano state escluse al termine dell’indagine, basata, tra gli altri accertamenti, sul racconto dei giovani presenti alla festa, sulle intercettazioni e una perizia per chiarire esattamente la dinamica del fatto. La relazione dei periti racconta una realtà, anche medica, che, stando a quanto hanno confermato gli investigatori della procura, è perfettamente compatibile con il racconto ricostruito dall’indagato, che andrà direttamente a processo.

"Mi ricordo di un brindisi, il bacio con una ragazza, di aver ballato. Era una festa tranquilla, c’erano amici e alcuni giovani che avevo conosciuto lì, c’era l’alcol ma non c’era droga. Poi nulla", erano state le parole di Luca rilanciate proprio a “Il Giorno”. Da quel momento il vuoto. "È passato un anno e mezzo - ha proseguito - ma nessuno è riuscito a ricostruire cosa sia successo quella sera, questo mi amareggia, per questo ho deciso di lanciare un appello". Ora una verità c’è e c’è un giovane a giudizio.  

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