Treno negato a 25 disabili: "Così ci hanno lasciato giù”. Il racconto di Giulia Boniardi

Il racconto di Giulia Boniardi, presidente della onlus che ha accompagnato la comitiva milanese in Liguria

«Faccio questo lavoro da 11 anni e non mi è mai capitato nulla di simile: non è stato garantito né il diritto alla mobilità delle persone con disabilità né quello di tanti altri passeggeri". Parole di Giulia Boniardi, presidentessa di Haccade, associazione no profit specializzata nel turismo accessibile, nell’organizzare viaggi culturali rivolti a giovani e adulti con disabilità. L’ultimo, in ordine di tempo, quello organizzato a Genova per le festività di Pasqua. Alle 15.40 di lunedì Boniardi avrebbe voluto e dovuto salire sul treno diretto dal capoluogo ligure a Milano insieme a 25 persone con disabilità tra i 35 e i 50 anni e ad altri 4 accompagnatori. Ma a quel convoglio hanno dovuto rinunciare, sebbene avessero i biglietti. Alla stazione di Piazza Principe, infatti, hanno trovato ressa, caos. Un assalto al treno al quale il gruppo di Haccade non poteva partecipare. Sono arrivati a Milano a bordo di un bus che Trenitalia ha messo a disposizione di tutti i passeggeri rimasti a terra.

Giulia Boniardi
Giulia Boniardi

Ieri si sono susseguite più ricostruzioni dell’accaduto, quella della Boniardi non è mai cambiata: "La colpa è di chi avrebbe dovuto garantire il servizio e non l’ha fatto". Il riferimento è a Trenitalia, che ha annunciato che "rimborserà integralmente il biglietto a tutti i partecipanti" e ha ribadito "il proprio impegno a tutelare il diritto alla mobilità di tutti, in particolar modo di chi necessita di ogni doverosa attenzione: professionale, organizzativa e di comune senso civico". Un passaggio, quest’ultimo, dedicato a quei passeggeri che, secondo la ricostruzione della stessa Trenitalia, si sono rifiutati di "liberare i posti" riservati alla comitiva di Haccade, costringendola così ad optare per il bus. "Una narrazione sbagliata – dice Boniardi –: la colpa non è dei passeggeri". Assoutenti ha a sua volta annunciato un esposto alle procure di Genova e Milano.

Boniardi, come è andata lunedì in stazione?

"È andata che non siamo neppure riusciti a salire sul treno perché quando è arrivato a Genova da Albenga era già pieno, non ci stava neanche uno spillo. Ed era in ritardo (a causa di un atto vandalico ndr). Qualcuno ha provato comunque a salire a bordo e si è creata grande tensione".

Ma voi avevate i biglietti e i posti prenotati.

"Sì, ma quello delle 15.40 era un treno regionale veloce: i posti non sono numerati, l’acquisto del biglietto è consentito fino al raggiungimento della capienza massima. Come noi c’erano tante altre persone che avevano il biglietto ma non potevano rivendicare il proprio diritto al posto perché c’era ressa".

Trenitalia vi aveva riservato una carrozza.

"Lo abbiamo appreso in queste ore. Noi non siamo neppure riusciti ad avvicinarci alle carrozze, tanta era la folla e la preoccupazione di tutelare i nostri ospiti, che hanno disabilità cognitive e psichiche. Sottolineo che il personale di Trenitalia ci ha informato della possibilità di servirci di un bus quasi subito, appena arrivati in stazione, avvisandoci che c’erano situazioni di sovraffollamento".

Quindi avevano intuito la gravità della situazione.

"Il bus lo hanno proposto a tutti, non solo a noi. Non bastasse, si è viaggiato male a causa dell’aria condizionata: freddo alternato a caldo. A bordo non c’erano servizi igienici. Non bastasse, siamo arrivati a Milano due ore dopo il previsto".

È vero che i passeggeri presenti sul treno hanno insultato i suoi ragazzi?

"No, non ce l’avevano con i nostri ospiti. Sono partiti improperi e parole irriferibili contro la situazione che si era creata, contraria alla dignità umana e contro chi avrebbe dovuto evitarla".

Qualcuno dei passeggeri, però, avrebbe potuto avere la sensibilità di liberare il posto riservato ai suoi ragazzi.

"C’era molta tensione e altrettanta confusione. Neanche la Polfer è riuscita a salire a bordo. Gli agenti ci sono stati di grande supporto, si sono preoccupati di tutelare l’ordine pubblico. A Milano, invece, siamo stati lasciati soli, ci hanno fatto scaricare le valigie praticamente in strada, in una situazione di scarsa sicurezza. Se non ci fossero state le famiglie degli ospiti, saremmo stati in difficoltà".

Fino a lunedì com’era andato il weekend a Genova?

"È andato molto bene. Gli ospiti sono stati coinvolti in attività diverse: abbiamo conosciuto don Gallo e la sua associazione, c’è chi ha partecipato ad un flash mob e chi a Poetry Slam, abbiamo unito attività culturali, formative e ludiche".