Rabbia a Linate: "Alitalia salvi anche i nostri posti di lavoro"

Lavoratori di Airport Handling in presidio dopo la decisione di gestire in proprio i servizi. La compagnia non torna sui suoi passi.

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"Alitalia non farci lasciare a casa sperperando soldi pubblici". È l’appello, scritto su uno striscione, che i lavoratori di Airport Handling ieri in presidio all’aeroporto di Linate hanno lanciato alla compagnia. Ultimo round nel braccio di ferro iniziato dopo la decisione di Alitalia di rimettere in discussione il contratto con la società che si occupa di servizi di assistenza a terra, gestendo "in autoproduzione", con personale interno e anche precari reclutati al momento, alcune delle attività che per anni sono state esternalizzate. Una decisione presa il 24 luglio, alla ripresa delle attività su Linate dopo il lockdown, che tra pochi giorni avrà un nuovo sviluppo. "Alitalia ha comunicato che dal primo settembre – si legge in un volantino distribuito ieri ai passeggeri – gestirà in proprio tutte le attività di check-in, imbarchi e rampa, affidando ad Airport Handling il solo carico e scarico". La compagnia ha sottolineato che si tratta di una scelta temporanea, ma cresce la preoccupazione tra i lavoratori ancora in cassa integrazione. "Di fatto oggi Alitalia gestisce in proprio il 70-75% delle attività – spiega Giuseppe Ragusa (Usb) – e senza un cambiamento il personale di Airport Handling finirebbe inevitabilmente in esubero. Abbiamo incontrato la dirigente di Enac a Linate, che ha fissato un nuovo incontro per il 4 settembre per fare chiarezza anche sulla questione del contratto fra le due società". Dovrebbe tenersi inoltre l’8 settembre un incontro in Prefettura fra tutte le parti in causa, tra cui la compagnia aerea. Dietro la scelta di gestire il servizio "in autoproduzione" ci sarebbe, secondo i sindacati, la volontà di risparmiare costi. L’allarme è legato all’impatto sui circa 250 lavoratori di Airport Handling che ruotano attorno ai servizi Alitalia a Linate. Il primo effetto è il mancato rientro al lavoro, dopo mesi di cassa integrazione. Il secondo, se l’internalizzazione del servizio dovesse diventare definitiva, potrebbe essere il licenziamento per motivi economici.

"Siamo molto preoccupati del fatto che questa situazione – spiega la Filt-Cgil – possa incidere sull’occupazione, provocare l’aumento del precariato e il palesarsi di dumping sociale. È necessario che il condiviso salvataggio di Alitalia passi attraverso la garanzia occupazionale per i lavoratori, sia della compagnia di bandiera che delle aziende dell’indotto fornitrici di servizi al vettore".

Andrea Gianni

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