"Qui mi sento al sicuro, ma mia madre malata è lontana"

La testimonianza di Aloha, profuga ucraina accolta a Cassano insieme alla sua famiglia alla fine di febbraio: gratitudine e nostalgia

Migration

di Stefano Dati

Il 24 febbraio 2022 resterà una data indelebile per Aloha, trentaquattrenne sposata e madre di tre figli, fuggita dal suo Paese a causa della guerra. Dopo i primi bombardamenti all’alba di quella maledetta giornata la decisione è stata immediata. Bisognava pensare alla sicurezza dei figli. Con il marito è bastato uno sguardo d’intesa per decidere di lasciare la città di Černivci in Ucraina. A distanza di sei mesi da quella partenza verso terre sicure, la rabbia per quel distacco obbligato dalla sua città natale lascia spazio alla nostalgia.

"Odessa, oggi teatro di guerra, era per noi un luogo di villeggiatura: spiaggia e passeggiate – racconta la donna –. Nel periodo estivo si passavano intere giornate in riva al mare con la famiglia ed amici, poi qualcuno ha messo fine a tutto questo, purtroppo". Il bagliore del fuoco causato dai bombardamenti ha costretto moltissime persone a voltare pagina e a emigrare come profughi di guerra, non più solo per lavoro, con la speranza di un ritorno non lontano negli anni.

A Černivci la 34enne aveva un lavoro sicuro in una agenzia viaggi, l’Italia rappresentava solo un’ipotetica meta di vacanze estive all’estero. "In Italia avrei voluto venire da turista – continua – non come profuga di guerra. Sono comunque felice di esserci. Ora con i miei figli e mio marito ci sentiamo al sicuro, grazie anche all’accoglienza della città di Cassano d’Adda". Con il passare dei mesi la lontananza dal suo Paese si è trasformata soprattutto in grande preoccupazione per i genitori.

"L’idea di non poter essere al fianco di mia madre, alle prese con un intervento al cuore, è davvero dolorosa. Era inimmaginabile l’idea di dover vivere questi momenti di lontananza dai genitori a causa di una guerra". Pronta al rientro in patria al termine degli scenari bellici. "Il desiderio mio e di mio marito – conclude la 34enne – è quello di ritornare in Ucraina perchè il futuro dei nostri figli è lì. Auspico si proclami prima possibile la fine di questa assurda guerra". Aloha e la sua famiglia sono fra i primi 40 profughi arrivati a Cassano d’Adda ospitati in oratorio Don Bosco nella scorsa primavera.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro