Quell’occhiatina che "ruba" attimi di socialità

Elena

D’Incerti*

Parto da tre convinzioni che credevo solide. I proibizionismi non pagano mai; le crociate contro la tecnologia si sono fin qui dimostrate anacronistiche; l’uso dei cellulari a scuola è sempre stato normato dai regolamenti di disciplina. Oltre che dal buonsenso, che su un piano di realtà significa consegna dei dispositivi in occasione di esami e verifiche o richiami formali in caso di uso ripetuto. Tralascio i dubbi che noi prof abbiamo sempre nutrito sul ritiro dei device durante le verifiche: averne un secondo, usare smartwatch, collegarsi con cuffiette “invisibili” è facilissimo, ma in fondo ogni generazione ha escogitato, più o meno fantasiosi, i suoi sistemi di copiatura. A preoccupare è l’incapacità di distogliere lo sguardo dal piccolo schermo. L’occhiatina all’iphone nell’astuccio o nello zaino è continua e ad ogni cambio d’ora o all’intervallo (i minuti ufficiali di liceità) parte la corsa a Twitter, Snapchat, Tiktok, Instagram, Youtube e chissà cos’altro. Una dipendenza che ha surclassato il bisogno di incontrare nei corridoi i compagni di altre classi o di avventarsi sullo spuntino. "Cosa ci fate in continuazione col telefono?" – "Ma niente, prof (risatina senza staccare gli occhi dal display)". Anche questo "niente" allarma: si tratti di un inutile vuoto, di giochi, video e messaggi pericolosi. Urge una disciplina di questo strumento e la sua sede d’elezione non possono che essere le ore di educazione civica. Disciplina del tempo trascorso online, del rapporto tra realtà e realtà virtuale, disciplina della comunicazione non violenta e responsabile, della ricerca e della selezione delle informazioni. E pratica: i telefoni possono diventare strumento di lavoro. Ben oltre la circolare ministeriale c’è da intraprendere un lungo lavoro educativo, reso più difficile dal fatto che è rivolto a nativi digitali da insegnanti cresciuti quando il cellulare non esisteva. Per usarlo, noi adulti ci siamo affidati a quel buon senso che però non basta più.

* Docente liceo Beccaria

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