Quelli che... "non tornerò": ecco Alagna e Beczala

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Va effetto vedere quel nome incastonato tra Petr Ilic Cajkovskij e Gaetano Donizetti: Davide “Boosta“ Dileo. Già, tra i nomi dei compositori delle musiche (del balletto nel suo caso) che si alterneranno il 7 dicembre c’è anche quello del tastierista e co-fondatore della band Subsonica, che nel 2019 ha collaborato con l’étoile Roberto Bolle alla performance "Waves" andata in scena all’Arena di Verona. Altre sorprese? Partiamo da Piotr Beczala, tenore polacco di 53 anni, che nel 2013 non visse un Sant’Ambrogio fortunatissimo: nel mezzo disastro della Traviata di Dmitri Tcherniakov, che i detrattori ricordano maliziosamente per la pasta tirata a mano nel tinello di casa da Violetta-Diana Damrau, l’artista che vestiva i panni di Alfredo fu travolto dagli impietosi buu del loggione a fine spettacolo. Già quella sera tuonò su Facebook: "Non canterò mai più alla Scala. Credo che d’ ora in avanti dovranno chiamare solo artisti italiani".

Il pomeriggio successivo, rincarò la dose: "Non ero d’ accordo col regista, ma sono un professionista, e ho interpretato il personaggio come lui chiedeva. Non sono mai stato fischiato in nessuna parte del mondo. Questa volta onorerò il mio contratto, ma d’ora in poi in Italia verrò solo in vacanza". Ora il ritorno. A proposito di ritorni, quello di Roberto Alagna è altrettanto clamoroso. Nel suo caso, dobbiamo addirittura tornare indietro di 14 anni, al 10 dicembre del 2006: l’italo-francese, preso di mira durante l’Aida, piantò in asso la compagnia e se ne andò, costringendo il sostituito Antonello Palombi a piombare in scena in jeans e camicia. Nel 2014, si era parlato con insistenza di una rentrée, ma poi non se n’è fatto nulla. Stavolta ci siamo.

Nicola Palma

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