
di Roberta Rampini
"Volevamo lasciare un segno su quelle montagne che tanto abbiamo amato e amiamo, non è stato semplice portare sulle spalle i pezzi della croce, ma eravamo giovani e ce l’abbiamo fatta". E ancora: "Qualcuno è salito con la teleferica creata per la funivia che stavano costruendo, per trasportare i sacchi di cemento: a pensarci adesso, roba da matti. Era davvero pericoloso". Sono alcune delle testimonianze dei giovani rhodensi che nel 1962 costruirono la Croce del Sass Pordoi. Erano ragazzi del Gao, il Gruppo Alpinistico oratoriano di Rho che, con don Piero Denna, coadiutore dell’oratorio San Carlo trascorrevano le vacanze estive in val di Fassa e decisero di lasciare un "segno" su quella cima tanto amata. E così portarono pezzo dopo pezzo, a spalla, la Croce e la montarono.
Oggi a distanza di sessant’anni il Comune di Rho, la parrocchia San Vittore e l’oratorio San Carlo ricordano quell’impresa con un libro e con una trasferta alla Croce sabato e domenica. Testimonianze, aneddoti e fotografie sono riportate nel libro curato dalla giornalista Angela Grassi e dal grafico Luca Carnovali. "La costruzione della Croce costituisce un evento storico per la nostra Rho, che ha lasciato il suo stemma a 3mila metri in uno dei luoghi più belli ed emozionanti delle Dolomiti. Sono trascorsi già 60 anni da questa impresa ed è importante raccogliere immagini e testimonianze dei protagonisti, che sono ancora tra noi, e fermarle in una pubblicazione a loro dedicata", dichiara il sindaco Andrea Orlandi. Il libro raccoglie le testimonianze di coloro che fisicamente portarono le componenti in ferro della croce al Sass Pordoi e costruirono il basamento di cemento con quanti stavano realizzando la funivia, aperta nel 1963. Ci sono anche testimonianze raccolte a Canazei, a Pera e Pozza di Fassa.
"Questa ricorrenza permette di stupirci ancora per lo sforzo educativo dell’oratorio San Carlo, che ha aiutato generazioni di Rhodensi a crescere e portare frutti in città, secondo i talenti di ciascuno", commenta don Gianluigi Frova, prevosto di Rho. E racconta anche la storia del Gruppo Alpinistico Oratoriano, nato a Rho nel 1946, "il Gao è cresciuto anno dopo anno, ha organizzato campeggi estivi e gare di sci invernali.
Ha avuto una lunga e proficua storia, chiusa dopo quasi mezzo secolo, ma soprattutto ha lasciato un segno, la croce che svetta sulle Dolomiti, tra Sasso Lungo e Marmolada e attira l’attenzione di chi la raggiunge a piedi, con la fatica affrontata dai suoi costruttori - si legge nella prefazione del libro -. A quel manipolo di avventurosi è dedicato questo libro (...). Quella croce, nel territorio di Canazei, è voce di Rho tra le montagne".