Quei dittatori dalle facce di bronzo

Maria Rita

Parsi

è un atroce fatto di cronaca nera italiana, avvenuto a gennaio che vorrei rivisitare eo reinterpretare oggi, mentre infuria la guerra in Ucraina. Un uomo che aveva ereditato con il fratello dei campi da coltivare, entrò in conflitto con lui perché i confini della sua parte di proprietà erano così mal definiti e mal distribuiti da non consentirgli di accedere con facilità ai suoi terreni. Il fratello si rifiutò di favorirlo e l’uomo lo uccise con cognata e due nipotini. Nel microcosmo della vita quotidiana l’orrore assoluto diventa speculare a ciò che accade nel macrocosmo sociale tra certe nazioni confinanti. Laddove il ridefinire i confini, l’odio, il miserabile bisogno di acquisire potere mentendo, calunniando, disinformando, minacciando, ricattando, distruggendo, terrorizzando, sottomettendo, eliminando, col dare morte a tanti innocenti, nel vicendevole intento di ingannare l’altro, hanno il sopravvento sul dialogo, sull’accordo, sul consenso, sul rispetto dei diritti umani. E, ancora, sull’aspirazione ad esprimere la propria opinione e la propria identità di liberi cittadini in una libera nazione. E,ovviamente, sulla pace, sull’incontro, sulla convivenza costruttiva tra i popoli della terra. Questo, dunque, avviene ancora oggi e le ragioni - se vogliono chiamarle tali! - sono naturalmente tante e piene di infinite “varianti”. Come, peraltro, ci ha insegnato il Covid 19, contagioso pandemico virus che, generando un angoscioso, universale contagio “emotivo”, ci ha fatto transitare dall’angoscia di morte da virus a quella di una guerra che può diventare mondiale. E a proposito di dittature, in questi giorni, mi viene in mente che, a porsi quali mediatori di pace tra Russia e Ucraina,ci sono, incredibilmente, la Turchia di Erdogan che mette le donne sul sofà e la Cina di Xi Jinping ovvero dittatori, oligarchi prestanomi che comprano, oltre alle ville e alle meraviglie, i giornali europei e che nidificano a Malta. E, ancora, trafficanti di uomini e di armi e globalizzanti affaristi che affamano i loro laboriosissimi popoli. Facce di bronzo. O no?

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