I volti di Quarto Oggiaro, la rinascita passa dal ciak

L’autore Massimiliano Perna: "Miniera di talenti"

Alina Nastasa, regista

MILANO 16/01/2018 - ZONA QUARTO OGGIARO - DOCUMENTARIO INTERVISTE - - FOTO FASANI NEWPRESS PER LUCIDI TOGNOLATTI

Milano, 18 gennaio 2018 - Sullo sfondo il Duomo, lo skyline, i palazzi simbolo di Milano. Davanti, una fila di caseggiati arcobaleno. la periferia che diventa centro. Almeno sul logo (relizzato da Beatrice Ditto, grafica di 23 anni) di «57 Quarto Oggiaro - Milano rinasce a nord ovest», il documentario che un gruppo di giornalisti e videomaker sta realizzando proprio in questo spicchio di Milano raccogliendo i volti e le storie di un quartiere «che è una continua scoperta - spiega Massimiliano Perna, 38 anni, giornalista a autore -, una miniera di talenti e storie positive. È molto più semplice mostrare l’inferno che raccontare bellezza. Noi abbiamo deciso di fare questa seconda cosa. L’idea iniziale era quella di realizzare un documentario sulle periferie milanesi, ma Quarto ci ha conquistato e ci siamo fermati qui: siamo rimasti colpiti dalla sua vitalità e ricchezza».

Il numero  57 richiama la linea di bus che collega Quarto al centro. Ed è una bella coincidenza, poi, il fatto che il documentario nasca ora, a 60 anni dalla nascita del quartiere. Come un regalo di compleanno. Le riprese sono cominciate a giugno, «contiamo di finire al massimo per il prossimo settembre», aggiunge Perna. Sostenuto dalle associazioni culturali Il Megafono 2006 e Sonda.life, il documentario è prodotto dal basso: attiva una campagna di crowdfunding sulla piattaforma produzionidalbasso.com. «Abbiamo raccolto 1.600 euro finora. L’obiettivo è arrivare a 7mila. La metà serve solo a coprire le spese tecniche e le attrezzature», continua il 38enne, che nel progetto è affiancato da Marco Feliciani, co-autore di 32 anni, Alina Nastasa, la regista, coetanea, e Mattia Cavalleri, 25, collaboratore. Il documentario sta prendendo forma (e si può seguire sull’omonima pagina Facebook): al centro ci sono i luoghi, come i caseggiati popolari e la sontuosa Villa Scheibler, e soprattutto le interviste agli abitanti. Persone comuni, che col loro lavoro quotidiano danno linfa al quartiere, commercianti, talenti, responsabili di realtà culturali e sociali.

«Figure importanti sono anche coloro che hanno portato avanti delle lotte sociali». Ad esempio Antonio Iosa, 85 anni, che ha creato la Fondazione Carlo Perini, vittima di un assalto fascista e poi gambizzato dalle Brigate Rosse. Ma anche Pino Lopez, tra coloro che si sono battuti per la riqualificazione di Vialba e Aaron Paradiso, 34 anni, presidente di Vill@perta, che raccoglie una ventina di associazioni di volontariato. «Sappiamo - concludono i promotori - che Quarto Oggiaro ha una lunga storia fatta anche di momenti difficili e pagine buie. Ma è divenuto il simbolo di una rinascita dal basso, un risveglio sociale, culturale e civile capace di rappresentare un modello da esportare anche in altre città».

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