Via alla quarta dose nelle Rsa lombarde. Subito coinvolti 516mila anziani

Tanti sono coloro che potranno ricevere il secondo richiamo del vaccino già questo lunedì, a 120 giorni di distanza dalla terza somministrazione. I fragili tra i 60 e i 79 anni invece sono 132.548

Una vaccinazione

Una vaccinazione

Milano, 9 aprile 2022 - Scocca l’ora della quarta dose del vaccino contro il Coronavirus. Ieri il Ministero della Salute, l’Agenzia Italiana del Farmaco, l’Istituto Superiore di Sanità e il Consiglio Superiore di Sanità, hanno emanato una nota nella quale si stabilisce che la somministrazione della quarta dose deve essere limitata e garantita solo alle persone che abbiano compiuto o superato gli 80 anni di età, agli ospiti delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e a coloro che sono inseriti nelle categorie a rischio e abbiano un’età compresa tra i 60 e i 79 anni.

In Lombardia , allora, si partirà già settimana prossima con la somministrazione del richiamo nelle RSA. Quanto ai numeri dei lombardi interessati dalla quarta dose, gli over 80 vaccinabili già l’11 aprile sono 516.342, quelli che potranno essere vaccinati dieci giorni più tardi saranno 574.246, mentre al 30 aprile si salirà a quota 604.445. Ovvio che la platea cambi lungo le settimane a seconda della data in cui i vaccinabili hanno ricevuto la terza dose. Tra le due somministrazioni, infatti, devono trascorrere almeno 120 giorni. Quanto ai fragili tra i 60 e i 79 anni, in Lombardia sono 132.549 quelli che possono ricevere la quarta dose.

Sul fronte dell’attuazione degli indirizzi previsti dalla riforma sanitaria sulla scorta del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Letizi Moratti, vicepresidente della Regione Lombardia con delega al Welfare, ieri è tornata ad affrontare il tema delle Case di Comunità, firmando una lettera d’intenti che prevede di aprire al terzo settore e alle associazioni di volontariato. Un fatto già acquisito a Milano e da ieri anche a Bergamo e provincia, dove è stato firmato il documento. In sintesi in esso si prevede che tutti i firmatari – tra i quali le Agenzia di Tutela della Salute e le Aziende Socio Sanitarie Territoriali – "si impegnino a garantire, in un’ottica di sussidiarietà, il riconoscimento e la promozione del ruolo degli enti del terzo settore e delle associazioni di volontariato, nella loro funzione complementare del prendersi cura delle persone e della comunità. L’obiettivo della lettera d’intenti è quello di evidenziare la strategicità del ruolo del terzo settore e del mondo del volontariato a completamento di una azione di presa in carico".

Come anticipato ,ì si tratta di qualcosa di molto simile a quanto è stato deciso a Milano. L’assessorato al Welfare di Palazzo Marino ha infatti stabilito che in ogni Casa e Ospedale di Comunità di nuova edificazione una parte della superficie, indicativamente intorno ai 400 metri quadri di estensione, quindi l’equivalente di un piano, sarà messa a disposizione del Comune per servizi di tipo sociale in modo da coniugare l’aspetto sanitario a quello sociale e assistenziale, in un’ottica di presa in carico complessiva della persona che si rivolge ai presidi sanitario territoriali.