"Pure la Corte europea boccia il metodo A2A"

Il Movimento 5 Stelle lombardo annuncia una mobilitazione "a tutela dei servizi pubblici" dopo la sentenza dei giudici

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di Giambattista Anastasio

I consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle annunciano una serie di iniziative "per riportare i servizi pubblici sotto il controllo dei cittadini". Nel mirino ci sono le acquisizioni di società comunali via via compiute in Lombardia da A2A, la multiutility dell’energia per metà di proprietà dei Comuni di Milano e Brescia e per metà privata, e già riportate su queste pagine.

All’origine della mobilitazione c’è una sentenza della Corte di Giustizia Europea "i cui effetti – sottolineano i pentastellati – riscrivono il sistema di affidamento delle multyutility". "Sostanzialmente – spiega Marco Fumagalli, consigliere regionale dei Cinque Stelle –, la sentenza dice che se una società pubblica ha ottenuto un servizio, nel momento in cui diventa privata, perdendo il controllo pubblico l’affidamento in house non è più valido e l’intero servizio deve essere rimesso a gara. Anche in Lombardia sono molteplici le situazioni che rientrano in questa casistica. A cominciare dal caso della cessione di AeB ad A2A, già oggetto di sentenza da parte del Consiglio di Stato. Di fronte a quanto sentenziato dalla Corte di Giustizia Europea la politica deve prendere atto della portata e delle implicazioni e aprire immediatamente un dibattito su come intervenire nel merito". "Il Movimento Cinque Stelle – fa quindi sapere Fumagalli – procederà con una serie di atti ispettivi e progetti di legge sia a livello europeo, sia parlamentare che a livello regionale e comunale. Dopodiché se la politica vorrà continuare a mettere la testa sotto la sabbia, siamo pronti ad avviare una serie di azioni giuridiche e contenziosi tali per cui chiunque potrà contestare l’attività di una società di servizi, che per effetto di questa sentenza potrebbe trovare ad operare fuori dalla legalità". Parole proferite nel corso di una conferenza stampa ad hoc tenutasi ieri al Pirellone.

"D’ora in avanti – sottolinea a sua volta il consigliere Dino Alberti – sarà impossibile ignorare questa sentenza. A Brescia oggi c’è la questione del servizio idrico integrato, attualmente gestito da società pubbliche, per le quali era però stata prevista la possibilità di avere soci privati. Questa sentenza pone definitivamente il veto all’eventuale ingresso di un socio privato. La politica non è riuscita a sancire il concetto dell’acqua pubblica, ora a farlo è arrivata la Corte di Giustizia Europea".

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