Punto tamponi “anti-stress“ fuori da scuola

Il debutto al comprensivo Gonzaga, che festeggia 80 negativi e il rientro di massa. E alla paritaria di Inganni test in palestra un’ora al giorno

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di Simona Ballatore

Non solo l’idea è piaciuta ai genitori, facendo tirare un sospiro di sollievo a quanti - allo scattare del primo compagno di scuola positivo al Covid - partivano alla caccia della prima farmacia disponibile o si mettevano in coda. Ma al “punto tamponi“ inaugurato ieri alle porte dell’istituto comprensivo Thouar Gonzaga, sotto un tendone bianco, tutti e 80 gli alunni testati sono risultati negativi. E quindi si è festeggiato con un bel rientro in classe di "massa". "La proposta è partita dai genitori – spiega la preside Adriana Colloca – perché il momento del test era faticoso da gestire dal punto di vista famigliare, ma anche educativo. Per i bambini sottoporsi al tampone a scuola è più semplice, sono più tranquilli e sereni. E per il tracciamento e la riammissione a scuola si velocizzano le operazioni". Un farmacista è stato ingaggiato nel giorno del debutto ma l’idea è quella di ampliare la rete per gestire sia T0 - ovvero il primo tampone alla comparsa del positivo - sia il T5 dopo cinque giorni e (nel caso di quarantene, che alle primarie continuano a durare 10 giorni) pure il T10 finale. Un servizio, riservato ovviamente a studenti e personale - che si è reso particolarmente necessario dopo l’impennata di contagi. "C’è stata un’esplosione di casi la prima settimana – conferma la preside – infatti finalmente dopo questo test hanno potuto rientrare in aula otto classi delle primarie più una classe che era in sorveglianza attiva. Altre due o tre rientreranno a giorni e abbiamo due classi della secondaria in Dad". Alle medie valgono regole diverse: si attende il terzo caso prima di traghettare tutta l’aula online, c’è la distinzione tra vaccinati o non vaccinati per il rientro. "A livello organizzativo è più complicato per la documentazione, ma per il fatto che ci sono più vaccinati e che la Dad scatti al terzo caso il problema delle quarantene ha inciso di meno. Più scompiglio e malcontento alla primaria, perché alcuni bimbi sono vaccinati, altri sono guariti dal Covid, ma passano lo stesso da una quarantena all’altra. E anche la didattica mista, a quell’età, è molto complessa".

Una sperimentazione simile a quella che ha fatto il suo debutto ieri al Thouar Gonzaga era stata avviata al rientro dalle vacanze natalizie da una paritaria, la Fondazione Grossman, in zona Inganni. Dedicata alle primarie, è stata accolta con favore dalle famiglie al punto da entrare nel calendario quotidiano della scuola. Anche in questo caso è stato siglato un accordo con una farmacia che tutti i giorni, dalle 15.30 alle 16.30, si è messa a disposizione della scuola. Il punto-temponi è stato allestito nella palestra: i bimbi evitano code all’esterno davanti alla farmacia, senza bisogno di prenotazione possono sottoporsi gratuitamente al test quando viene riscontrato il primo caso positivo della classe e al quinto giorno, finito il periodo di “sorveglianza“ per tornare in classe. Incrociando le dita di non trovarsi davanti al caso due e a una nuova odissea. Un servizio che è stato esteso dalla scuola ai docenti e a tutto il personale che vorrebbe controllare il proprio stato di salute dopo l’esposizione a un caso positivo. In questo caso il test viene pagato dalla Fondazione.

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