Punti tampone, si taglia. Riforma sanitaria: ok del Governo

Cala la richiesta di test diagnostici e ATS chiude gli hub di Rho Fiera e Trenno. Dal Consiglio dei ministri il via libera alla legge 22

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di Giambattista Anastasio

L’Azienda di Tutela della Salute della Città Metropolitana di Milano ha deciso di ridurre l’offerta e gli orari dei punti tampone. Una decisione presa "a seguito della drastica diminuzione della domanda di test diagnostici". Nel dettaglio, quello di ieri è stato, quindi, l’ultimo giorno di attività per gli hub tamponi di Rho Fiera e di Trenno, dove proseguiranno, però, le somministrazioni del vaccino anti-Coronavirus. "Nonostante tali chiusure – si precisa nella nota dell’ATS milanese –, i posti a disposizione della prenotazione dei medici di medicina generale per i propri pazienti sintomatici e a fine isolamento permettono comunque di trovare disponibilità entro 24 ore". La rimodulazione degli orari, invece, partirà da lunedì, da dopodomani.

Sempre ieri il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla riforma della sanità lombarda, alla legge 22. A darne annuncio è stata Letizia Moratti, vicepresidente della Giunta regionale nonché assessore al Welfare: "Sono estremamente soddisfatta dell’approvazione positiva, da parte del Consiglio dei Ministri, della Legge 22 di Regione Lombardia per il potenziamento territoriale del servizio sociosanitario lombardo. Con questa legge – sottolinea la Moratti – la Lombardia è la prima Regione italiana che dà piena attuazione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso una normativa di respiro nazionale ed europeo. Ringrazio il Governo, ed in particolare il ministro della Salute, Roberto Speranza, per la concreta e leale collaborazione istituzionale. L’Esecutivo, nel confermare pienamente l’impianto complessivo delineato dalla legge, ha consentito a Regione Lombardia di fare propri alcuni suggerimenti che apporteranno un ulteriore miglioramento del testo escludendo qualsiasi ipotesi di impugnativa".

Ma è scontro sulla natura e sulla portata dei "suggerimenti" dati dal Governo alla Regione. Emanuele Monti, relatore della riforma e presidente leghista della Commissione regionale Sanità, spiega che si tratta di "dettagli tecnici" che saranno inseriti nella prossima legge di revisione normativa. Per il resto "la legge lombarda – assicura a sua volta Monti – è stata apprezzata". Di avviso diverso il Pd lombardo: "La riforma Fontana-Moratti dovrà tornare in Consiglio regionale ed essere modificata in alcuni aspetti sostanziali su cui il Pd aveva dato battaglia – fanno sapere il segretario regionale Vinicio Peluffo e il capogruppo Fabio Pizzul in una nota congiunta –. Solo a patto di modificare la propria legge, la Regione ha potuto evitarne l’impugnativa da parte del Consiglio dei ministri. Non male per una normativa che doveva correggere le storture della riforma precedente, quella che ci ha portati disarmati davanti alla pandemia. Vediamo già che in Regione minimizzano tutto, ma il contraccolpo sarà forte, anche perché la Lombardia rimane con un sistema fortemente incentrato sugli ospedali e debole sulla sanità territoriale, e non bastano le inaugurazioni a ciclo continuo di case della comunità per raddrizzare la rotta, soprattutto se si riducono a un cambiamento di targhe sulla porta, senza i servizi promessi. Il sistema di accreditamento e l’integrazione sociosanitaria sono elementi fondamentali per un servizio sanitario davvero vicino ai cittadini. Di questo la legge non si è occupata a sufficienza". A replicare è Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale: "Nella fretta di cavalcare una polemica inesistente il Pd lombardo ha collezionato l’ennesima brutta figura. Mentre in un loro comunicato stampa si affermava con una certa sicumera che la riforma Moratti sarebbe dovuta tornare in Aula per delle modifiche, il Consiglio dei ministri disponeva il via libera al testo approvato dal Consiglio regionale, decidendo di non impugnare la legge. I suggerimenti riguardano infatti aspetti di natura tecnica e formale che non incidono sull’impianto della legge".

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