Proteste degli anarchici al ricordo dei 17 morti Ma la piazza reagisce: "Rispettate le vittime"

I centri sociali urlano slogan per Cospito, che si trova in carcere al 41 bis. I familiari e il sindaco Sala: andate a casa, qui c’è chi ha sofferto. Il presidente Sinicato: continueremo a cercare frammenti di verità

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di Massimiliano Mingoia

Lo striscione dietro il quale erano radunati, “Le stragi le fa lo Stato. Solidarietà a chi lo attacca’’, non prometteva nulla di buono e infatti, quando il sindaco Giuseppe Sala ha preso la parola ieri pomeriggio in piazza Fontana per ricordare le 17 vittime della strage neofascista del 12 dicembre 1969, la contestazione dei centri sociali e degli anarchici è scattata immediata: "Non staremo zitti mentre lo Stato fascista sta per uccidere il nostro compagno Alfredo Cospito che è in carcere in sciopero della fame. Per una strage mai avvenuta e senza prove si trova al 41 bis. Un regime che deve finire per tutti i detenuti che sono rinchiusi e che non non sono tutti mafiosi".

L’anarchico Cospito è detenuto da oltre 10 anni nel carcere di Bancali, a Sassari. Nel 2014 è stato condannato a 10 anni e 8 mesi per la gambizzazione dell’ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, nel 2012, rivendicato dalla sigla Nucleo Olga Fai-Fri, Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale. Cospito, inoltre, è accusato anche di aver piazzato due ordigni a basso potenziale nei pressi della Scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 2006. L’esplosione dei due ordigni non causò vittime. Il caso Cospito interrompe la cerimonia per le vittime della strage di piazza Fontana – iniziata con il corteo da piazza Scala, proseguita con la deposizione delle corone di fiori davanti alla Banca Nazionale del Lavoro e con il silenzio suonato da una tromba alle 16.37, l’ora esatta in cui scoppiò la bomba 53 anni fa – ma non dura a lungo. Dopo qualche secondo, l’ex presidente dell’associazione delle vittime dei familiari, Carlo Arnoldi, interviene per affermare che "noi siamo qua per ricordare i nostri parenti morti dentro quella banca 53 anni fa. Basta, andate a casa".

Un concetto rafforzato da Sala che, prima di riprendere il suo intervento, si rivolge così ai contestatori: "Io chiedo rispetto, non tanto per me, ma per i parenti dei morti. Contestate pure me ma non i parenti dei morti che hanno vissuto un dolore vero, ben superiore a quello che state vivendo in questo momento". Il gruppo di manifestanti dei centri sociali, a quel punto, si è allontanato e la cerimonia è ripresa. In piazza Fontana bandiere dell’Anpi, del Pd, della Uil. Dopo quello del sindaco, si sono succeduti gli interventi del segretario della Uil di Milano e Lombardia Enrico Vizza ("noi saremo sempre contro ogni terrorismo"), del presidente del Comitato permanente antifascista Roberto Cenati ("la 18esima vittima della strage è stato Giuseppe Pinelli"), della neolaureata Giorgia Anfossi ("mai cedere all’indifferenza") e del presidente dell’associazione familiari delle vittime Federico Sinicato ("dobbiamo continuare a cercare frammenti di verità").

Al termine della manifestazione, Sala ha commentato così le contestazioni: "C’era da aspettarselo. Ma il senso dell’essere qui non è stato toccato. La strage è stata una pagina dolorosa per la nostra città ma anche virtuosa per quello che è successo dopo: le 300 mila persone in Piazza Duomo per i funerali delle vittime e la voglia di Milano di testimoniare da che parte sta".

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