Milano, le prostitute incastrano il tassista stupratore: è un 44enne pavese

Arrestato dai carabinieri è accusato di aver violentato e rapinato una ventenne

Carabinieri in via Chopin

Carabinieri in via Chopin

Milano, 21 maggio 2018 - I carabinieri sono andati a prenderlo all’alba di ieri, nella casa in cui vive con moglie e prole a Cura Carpignano, cinquemila anime alle porte di Pavia: ha 44 anni, fa il tassista a Milano ed è finito alla casa circondariale con l’accusa di aver stuprato e rapinato una ragazza romena che si prostituiva nei dintorni della Montagnetta di San Siro.

Questa storia inizia un mese fa, su una panchina dietro l’ex mercato coperto del QT8: una ragazza in lacrime, un’amica che la consola, e una pattuglia di carabinieri della compagnia di Porta Magenta che si ferma a chiedere cosa è successo, e trova le parole per aprirsi un varco tra i muri d’omertà, paura e sfiducia chiusi sui dolori di una piccola comunità di donne, giovani e romene, che fanno “la vita” sotto al Monte Stella. E Sara (nome di fantasia), poco più di vent’anni, racconta: un tizio su un taxi l’ha caricata poco prima, all’una meno un quarto del 19 aprile, in via Terzaghi angolo Sant’Elia. Concordano una prestazione per venti euro, lei chiarisce subito che si userà il preservativo, si spostano in un parcheggio vicino all’ingresso della pista di atletica, all’incrocio con via Isernia, dove lei va di solito con i clienti. Lui le allunga i soldi, lei prende il profilattico dalla borsetta e l’uomo a quel punto l’afferra per i capelli: «Ti ho pagata!». E la immobilizza, la violenta, le prende tutti i soldi che ha guadagnato nella serata, un centinaio di euro, la scaraventa fuori dall’auto bianca tirandole dietro le sue cose. Lei scappa, telefona all’amica Lorena (anche lei prostituta, anche questo un nome di fantasia) che la raggiunge sulla panchina. I carabinieri iniziano dalle telecamere, ma le immagini in quelle vie buie, tra il parco e la fermata del metrò, non sono d’aiuto.

Intanto è scattato il tam tam nel “giro”. Alcune ragazze riconoscono il tassista dalla descrizione, una riferisce un episodio simile, a parte la violenza: l’ha portata in un parcheggio, l’ha pagata e pretendeva di non usare il preservativo, al suo rifiuto s’è infuriato e l’ha sbattuta fuori dal taxi. Passano quattro giorni: domenica 22 aprile Sara e Lorena hanno appena iniziato a lavorare in via Terzaghi quando un taxi passa a gran velocità. Sara riconosce la macchina e lo stupratore e urla, Lorena riesce a prendere un pezzo di targa. Un’altra collega, avvertita al telefono, fa lo stesso. Sara rivedrà lo stesso taxi passare mentre è sola in strada, qualche giorno dopo, spaventandosi a morte, ma intanto le ragazze hanno riferito la sequenza ai carabinieri, e ai militari è bastato incrociarla con i dati del Comune sui taxi in servizio a Milano per arrivare al 44enne pavese. Che viene riconosciuto in fotografia da Sara, ritenuta molto attendibile dagli inquirenti. I carabinieri scoprono anche che il tassista l’estate scorsa è stato sospeso dal radiotaxi al quale era associato dopo diverse segnalazioni di comportamenti scorretti da parte di clienti; che si è poi dimesso e da allora lavora tramite un’app. E che dieci anni fa, a Pavia, era stato denunciato dalla squadra mobile per una violenza sessuale aggravata a una prostituta, commessa spacciandosi per poliziotto (episodio per il quale non risultano condanne). Il 44 enne è stato arrestato per la violenza a Sara, ma i militari continuano a indagare, per capire se ce ne siano state altre.

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