"Pronti a chiedere la scarcerazione di Zaffarana"

O almeno i domiciliari nell’attesa del nuovo giudizio di appello

Il prossimo passo che, alla luce della pronuncia favorevole dei giudici di Cassazione, la difesa di Mario Zaffarana ha intenzione di compiere è quello di chiedere che il muratore 60enne venga scarcerato in attesa del nuovo giudizio di appello e che ottenga quantomeno gli arresti domiciliari. Ora la battaglia giudiziaria si riapre almeno dal punto di vista delle prove biologiche. "La traccia di dna compatibile con quello di Mario Zaffarana trovata sul giubbotto della vittima può esserci arrivata per svariati motivi diversi da quello del contatto tra i due quando Michelangelo Redaelli è stato ucciso", ha sempre sostenuto l’avvocato Valaguzza, anche sulla base delle conclusioni del perito nominato dalla difesa, secondo cui "è stato trovato un profilo genetico misto, che appartiene a vittima, imputato e ad un altro uomo rimasto ignoto. Ma non solo Zaffarana e Redaelli erano vicini di casa, ma Zaffarana ha costruito l’intero palazzo. Poi sulla vittima sono stati trovati segni di colluttazione ma nessun materiale biologico relativo all’imputato è stato trovato sotto le sue unghie e neanche le sue impronte digitali".

S.T.

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