Guerra in Ucraina, Sala: "Milano pronta ad accogliere i profughi, fragili e bambini"

il sindaco del capoluogo lombardo ha assicurato aiuto e assistenza. Ci si occuperà anche dei ricongiungimenti familiari

Un edificio distrutto a Kiev e gli addii commoventi dei profughi

Un edificio distrutto a Kiev e gli addii commoventi dei profughi

Milano, 28 febbraio 2022 - Profughi in arrivo dall'Ucraina e Milano è pronta ad accoglierli. "Nell'immediato saranno soprattutto bambini, ci aspettiamo che già tra oggi e domani arrivino i primi e poi ci sarà il tema dei ricongiungimenti - ha spiegato il sindaco di Giuseppe Sala, a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Iulm -, perché ci risultano tante madri e nonne che sono già partite andando verso i confini con la Romania per prendere i bambini. Questi bambini, quando arrivano, non vanno semplicemente accolti ma vanno inseriti in percorsi formativi, noi faremo tutto quello che c'è da fare".

Il Comune sta lavorando in coordinamento con la prefettura e gli enti del terzo settore che accoglieranno i primi profughi in arrivo, "perché da quello che ci risulta in primis arriveranno fragili e bambini, e bisogna capire in che condizione arriveranno - ha aggiunto -. Nel senso che se arriveranno bambini che hanno problemi oncologici, verranno indirizzati in alcune strutture, se sono bambini che hanno altri tipi di disabilità verranno indirizzati in altre strutture". Tra le strutture che potrebbero accogliere i bambini che arriveranno il sindaco ha citato ad esempio il Don Gnocchi, "so che ha dei contatti, ma non so se arriveranno lì o meno. Sono le strutture abituate a gestire situazioni del genere - ha concluso -. Mettiamoci nella condizione di ricevere casi difficili ma che umanamente sono i più delicati". 

"Milano farà la sua parte. Siamo molto preoccupati, ma anche determinati e convinti di fare ogni sforzo possibile per dare un sostegno alle persone in fuga da questa guerra terribile e ingiustificata", ha assicurato l'assessore comunale al Welfare Lamberto Bertolè, anche riguardo all'incontro in Prefettura, previsto nel tardo pomeriggio, "per organizzare al meglio le risposte: in queste situazioni è davvero fondamentale seguire le direttive nazionali". "La nostra città ha circa 8mila persone di origine ucraina che qui vivono e lavorano, 20mila se pensiamo alla città metropolitana. Abbiamo un tema di ricongiungimenti familiari che andranno gestiti al meglio - ha proseguito l'assessore -. Avremo profughi che verranno spontaneamente o secondo quote stabilite dalla Commissione Europea e anche per questi dovremo riuscire ad organizzare un sistema di accoglienza coinvolgendo il terzo settore milanese. Abbiamo poi una terza questione da affrontare: i bambini seguiti dalle associazioni milanesi che operano in Ucraina. Sono spesso bambini soli, in difficoltà e a volte anche malati che avranno bisogno di essere accolti e seguiti al meglio il prima possibile", ha aggiunto.

Intanto, l'associazione milanese Progetto Arca ha organizzato una missione con la onlus Remar per fornire assistenza ai profughi ucraini che stanno attraversando il confine. "Siamo partiti stamattina con 5 furgoni, compreso il nostro camper e la nostra cucina mobile, carichi di materiale umanitario che distribuiremo quando giungeremo al campo allestito nella cittadina di Siret, in Romania, a 1 chilometro dal confine ucraino", ha raccontato Alberto Sinigallia, presidente della Fondazione Progetto Arca. Nei furgoni ci sono tende, sacchi a pelo, abiti, prodotti per l'igiene e alimenti. "Saremo il primo aiuto che accoglierà i cittadini ucraini che passeranno il confine", aggiunge Sinigallia. Progetto Arca e Remar avevano già collaborato in precedenza, a Lesbo: altra terrà di confine in cui quotidianamente si affronta un'emergenza umanitaria. Nella spedizione in Romania, Remar si è occupata "di tenere rapporti con le istituzioni locali per poter allestire lo spazio dedicato alla distribuzione di aiuti". Progetto Arca, come altre organizzazioni milanesi, ha dato la propria disponibilità al Comune e alla Prefettura per organizzare l'assistenza anche sul territorio italiano.

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