Sala: ci prepariamo ad accogliere i profughi afghani a Milano

Il sindaco: avviati i contatti con le Ong. La vicesindaco Scavuzzo: Caritas e Farsi Prossimo i primi interlocutori per i punti di raccolta

È allarme sulla sorte del popolo afghano

È allarme sulla sorte del popolo afghano

Milano, 18 agosto 2021 - Allerta profughi afghani. Milano si prepara ad accogliere eventuali gruppi di persone in fuga dal Paese ormai nelle mani dei talebani. Per ora non ci sono nuovi arrivi sicuri, ma il Governo italiano, in collaborazione con le Organizzazioni non governative, sta monitorando la situazione per capire dove collocare i profughi che sbarcheranno in Italia. Il sindaco Giuseppe Sala, intanto, fa sapere con un post su Facebook che Milano c’è: "Ci stiamo preparando con i nostri servizi sociali a gestire l’accoglienza dei profughi che dovessero essere indirizzati sul territorio milanese". Il primo cittadino aggiunge: "La questione afghana è di una dimensione e di una complessità di portata storica, e per questo può essere gestita solo attraverso un coordinamento a livello internazionale. In attesa che il Governo ci dia adeguate istruzioni, ci stiamo preparando a livello locale. Stiamo prendendo contatto con le Ong che operano a Milano e che, in alcuni casi, hanno esperienza diretta in Afghanistan".

La memoria torna al 2013, quando la Stazione Centrale venne “assediata’’ da migliaia di profughi siriani. Il capoluogo lombardo dovrà gestire un’emergenza simile anche con gli uomini, le donne e i bambini in fuga dall’Afghanistan? La vicesindaco con delega alla Sicurezza Anna Scavuzzo, presente in città in questi giorni, è cauta: "È difficile fare previsioni. Per ora io, in coordinamento con il sindaco e in collaborazione con l’assessore Gabriele Rabaiotti, sto provando a creare una rete. Sì, perché ci sono già diverse associazioni che stanno monitorando quanto sta accadendo in Afghanistan: ad esempio la Fondazione Veronesi, Emergency e Pangea. Le stiamo contattando e ci incontreremo con i loro responsabili nei prossimi giorni".

Un lavoro preventivo, visto che la numero due di Palazzo Marino spiega che "non sappiamo ancora esattamente la dimensione dell’emergenza da fronteggiare, quindi è difficile predisporre già ora azioni concrete. Naturalmente non ci muoveremo da soli, ma aspetteremo indicazioni dal Governo". I primi profughi arrivati con un aereo militare italiano sono stati mandati a Roccaraso per fare la quarantena. Se i soldati americani riusciranno a mantenere in sicurezza l’aeroporto di Kabul, alcune osservatori prevedono che da lì partiranno dalle 5 mila alle 9 mila persone al giorno. Una parte di esse sbarcherà in Italia e Milano potrebbe essere una delle loro destinazioni. Il Comune ha già in mente luoghi dove collocare la prima ondata di profughi in città? "Non ci sono luoghi già indicati per l’accoglienza – risponde la Scavuzzo –. Ma in città ci sono Caritas e Farsi Prossimo che già in passato sono stati in prima linea per l’accoglienza dei profughi e che coinvolgeremo, se sarà necessario. Le decisioni finali saranno prese con la Prefettura". Si registra anche un appello dei sindaci del Pd della Grande Milano: "Siamo pronti a fare la nostra parte per accogliere le famiglie afghane in fuga".

Il centrodestra, intanto, va all’attacco. Matteo Forte (Mp) nota: "Sala e la sinistra smettano di essere ambigui e dicano una parola chiara una volta per tutte sui loro rapporti con l’islamismo politico". Il leghista Massimiliano Bastoni osserva: "Condivido la necessità accogliere profughi afghani, ma che fine hanno fatto i 49 mila clandestini fuori dai centri di accoglienza? Milano è in grado di accogliere tutti, profughi veri e finti?".