Professore orco in un’elementare: danno d’immagine di 100mila euro

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La sentenza è passata in giudicato l’estate scorsa: il maestro elementare C.N.M. è stato condannato in via definitiva "per reiterati abusi sessuali nei confronti di un suo alunno minorenne". Appena ricevuto il verdetto della Cassazione, il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia ha inviato una segnalazione alla Procura della Corte dei Conti, spiegando "che non è intervenuto a oggi alcun esborso da parte del Ministero dell’Istruzione per risarcire il danno subìto dalla famiglia dell’alunno". Quella nota ha allertato i pm contabili, che hanno ravvisato un danno all’immagine dell’amministrazione da parte dell’insegnante pedofilo, quantificandolo in 100mila euro. Su richiesta della Procura, è stato anche nominato un curatore speciale per l’ex docente, recluso in carcere e interdetto legalmente, ma il professionista non si è costituito in udienza. Dal canto loro, i giudici hanno innanzitutto ricordato, citando varie sentenze passate, che le richieste di risarcimento per danno d’immagine possono essere attivate anche a seguito di verdetti definitivi su reati "diversi da quelli contro la pubblica amministrazione". Del resto, hanno aggiunto, in caso contrario si verrebbe a creare una "irragionevole discrasia con la piena perseguibilità risarcitoria del danno all’immagine patito dalla pubblica amministrazione innanzi all’autorità giudiziaria ordinaria, che può invece ben vagliare in sede civile qualsiasi forma di lesione reputazionale subìta dalla pubblica amministrazione, giungendo a condanna degli autori".

Fatta questa premessa, la Corte ha ritenuto corretto l’ammontare di 100mila euro, tenendo conto di vari aspetti: della gravità del reato, "realizzato all’interno di un istituto scolastico, nei confronti di un minore di 10 anni e abusando del ruolo di insegnante"; della gravità "delle condotte accertate, realizzate in danno di un bambino affidato alle sue cure, con piena coscienza e volontà di compiere atti lesivi della sfera sessuale dell’alunno e con grave pregiudizio della sua salute psichica"; della reiterazione "delle condotte illecite, che, secondo gli accertamenti svolti in sede penale, risultano essere state poste in essere almeno quattro volte"; della violazione "dell’affidamento riposto dai genitori e più in generale dai cittadini nella scuola, quale luogo sicuro e protetto dove i figli possono ricevere istruzione e formazione, e negli insegnanti che dovrebbero prendersene cura"; e infine del clamore "connesso alla diffusione mediatica della notizia". Conclusuone: l’ex maestro dovrà versare 100mila euro al Ministero dell’Istruzione.

Nicola Palma

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