"Io, prof a Taiwan nell’isola felice Covid-free. Il rigore ha salvato istruzione e Pil"

Silvano Donati, luminare a Taiwan: quarantene ferree, disciplina e ritorno alla normalità anche senza vaccini

Silvano Donati, docente 79enne luminare dell’optoelettronica è visiting professor a Taiwan

Silvano Donati, docente 79enne luminare dell’optoelettronica è visiting professor a Taiwan

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Milano - Disciplina ferrea, quarantene lunghe e una vita tornata quasi alla normalità nonostante la campagna vaccinale sia ancora ai nastri di partenza: "Solo gli alberghi son deserti perché i turisti non possono entrare, ma la vita è regolare per tutte le altre attività". Il professore emerito della facoltà di Ingegneria dell’Università di Pavia Silvano Donati, luminare milanese dell’optoelettronica, guarda all’Italia da Taiwan, "isola felice Covid-free" con una popolazione di oltre 23,2 milioni di abitanti, al centro di nuove tensioni con la Cina, dove a 79 anni prosegue la sua carriera da visiting professor. Da più di sei mesi lavora al fianco degli studenti in atenei dove le lezioni da tempo si fanno in presenza.

Professor Donati, a marzo 2020 incrociando i primi dati sui contagi in Italia lei aveva previsto un’emergenza che non è ancora finita. Che cosa sta succedendo?

"Il grosso rischio che vedo oggi è che prima di aver raggiunto l’immunità di gruppo questo faccia una grossa mutazione genetica trasformandosi in un nuovo virus resistente ai vaccini attuali. Se io fossi stato un virologo un salto a Taiwan l’avrei fatto, per vedere come si fa a bloccare il virus e ad avere 8 morti invece che oltre 111mila. A pari popolazione, è come se in Lombardia ci fossero stati 4 morti invece dei 31mila finora registrati".

Il sistema taiwanese si basa su quarantene lunghe e controlli rigidissimi. Come è stato trattato al suo arrivo dall’Italia?

"Per rientrare a settembre ho dovuto fare 14 giorni di quarantena in un albergo dedicato, più 7 giorni di isolamento leggero e monitoraggio quotidiano della temperatura. Sono potuto entrare solo perché qualificato come residente mentre turisti e visitatori sono tuttora vietati. Il sistema ha funzionato, vengono quotidianamente bloccati pochi casi di infetti di ritorno da Filippine e Malesia, in particolare lavoratori delle pulizie e badanti. La quarantena è seria, perché sei rinchiuso in una stanza, i pasti li depositano alla porta e ogni mattina devi comunicare alla polizia la temperatura. Se non lo fai o se il cellulare viene localizzato fuori scatta una multa di 10mila euro e l’arresto".

Un metodo drastico, con restrizioni che in Italia sarebbero difficilmente concepibili.

"In questo modo, però, si sono risparmiate migliaia di vite. Un caso emblematico è quello di un medico che ha contratto il virus a dicembre. Hanno ricostruito i suoi spostamenti, rintracciato e messo in quarantena 400 persone. È ammirevole, in tutto questo, anche la disciplina dei taiwanesi".

Come sta procedendo la campagna vaccinale?

"È iniziata da pochi giorni, dando la priorità agli operatori sanitari. Il mio turno arriverà forse a distanza di mesi, ma non mi preoccupo perché mi sento al sicuro. Il ritardo è dovuto al fatto che Taiwan aveva ordinato 5 milioni di dosi di vaccino BioNTech a, ma la ditta ha cancellato la fornitura dopo aver fatto un accordo con la cinese Fosun per la produzione in Cina e la distribuzione nel Sud-Est asiatico".

La pandemia ha colpito anche l’economia. Come vede la situazione italiana.

"Purtroppo non sono molto ottimista. Grazie al rigore, a Taiwan non sono stati necessari lockdown, chiusure delle scuole o delle fabbriche. Il Pil è cresciuto del 3.5% invece di cadere del 15-20% come da noi".  

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