"Procura immobile" sulla loggia Ungheria

Un "certo immobilismo" da parte dei vertici della Procura di Milano, la "assenza di deleghe di indagini" e la "velocità diversa a seconda dei procedimenti" possono essere stati "intesi" dal pm Paolo Storari come "pericolosi per lo sviluppo delle indagini e per le sorti del procedimento" sulle dichiarazioni di Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria.

Lo scrive la Corte d’appello di Brescia nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso novembre ha confermato per il pm milanese l’assoluzione in abbreviato dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio per il caso dei verbali dell’ex legale esterno dell’Eni. Storari consegnò quei verbali all’allora componente del Csm Piercamillo Davigo (a processo con rito ordinario) nell’aprile 2020 e ha sempre sostenuto che lo fece per autotutelarsi dall’inerzia dei vertici della Procura milanese in merito alle indagini su quelle dichiarazioni ritenute molto gravi, rese a lui e all’aggiunto Laura Pedio.

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