Tangenti, caso Mensa dei poveri: a processo oltre sessanta imputati

Milano, il procedimento riguarderà un presunto sistema di mazzette, nomine pilotate, appalti e finanziamenti illeciti. Alla sbarra Lara Comi e Pietro Tatarella

L'ex eurodeputata Lara Comi

L'ex eurodeputata Lara Comi

Milano - Dai pranzi al ristorante da Berti, per decidere incarichi, appalti e giochi di potere nella politica lombarda, alle aule del Tribunale di Milano. Dovranno affrontare un processo tutti gli imputati, tra cui l’ex eurodeputata di Forza Italia Lara Comi e l’ex vicecoordinatore lombardo ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella, che hanno scelto il rito ordinario nel maxi procedimento nei confronti di un centinaio di persone scaturito dalla riunione di quattro filoni dell’inchiesta Mensa dei poveri su un presunto sistema di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia.

Un’indagine che nel maggio del 2019 provocò un terremoto nel centrodestra fra Milano e Varese, facendo emergere il ruolo da "burattinaio" dell’ex coordinatore di FI a Varese Nino Caianiello, che ha collaborato con la Procura e ora punta a patteggiare una pena di 4 anni e 10 mesi. Una strada scelta anche dal deputato Diego Sozzani, accusato di corruzione. Alcuni dei “burattini“, invece, andranno a processo e rischiano una pena senza sconti. La gup Natalia Imarisio, accogliendo la richiesta dei pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, ieri ha rinviato a giudizio, tra gli altri, il consigliere lombardo di Fi e sindaco di Montorio al Vomano (Teramo) Fabio Altitonante, il patron della catena dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni (con la stessa società per la responsabilità amministrativa degli enti), l’imprenditore Daniele D’Alfonso, l’ex dg di Afol metropolitana Giuseppe Zingale e il sindaco leghista di Gallarate Andrea Cassani. In tre, invece, sono stati prosciolti in quanto l’accusa di abuso di ufficio di cui rispondevano non è più prevista dalla legge come reato.

Il dibattimento per i 63, tra politici e professionisti a loro legati, funzionari e imprenditori, si aprirà il prossimo 18 novembre. Tra le parti civili i Comuni di Milano e Gallarate, Amsa, Accam spa e Afol, quest’ultima per il coinvolgimento di Zingale, tra gli arrestati poco più di due anni fa nel blitz della Gdf. Destinataria di un provvedimento fu, qualche mese dopo, pure Lara Comi: finì ai domiciliari per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell’Unione Europea per circa 500mila euro, soldi incassati da lei o dal padre a fronte di contratti per prestazioni mai effettuate, assegnati a persone del suo staff. Di recente è stato, invece, archiviato il filone di inchiesta in cui era indagata con il presidente degli industriali lombardi Marco Bonometti per un finanziamento illecito da 31mila euro. Si tratta di "accuse insussistenti, dimostreremo l’innocenza della mia assistita durante il dibattimento", ha assicurato l’avvocato Gian Piero Biancolella, legale dell’ex eurodeputata di Saronno.  

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