"Prima il protocollo sanitario, poi il rientro"

I sindacati del Piermarini: "Tutelare i lavoratori". Il teatro chiede come consulente il direttore di Malattie infettive del Sacco Rizzardini

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Il ritorno alla normalità alla Scala si fa sempre più complicato. Il Governo ha stabilito che dal 15 giugno i luoghi adibiti allo spettacolo dal vivo potranno riaprire, rispettando il distanziamento sociale e le altre misure anti-contagio, ma tutti sanno che il Piermarini dovrà attendere ancora mesi prima di rialzare il sipario: a inizio settembre nella migliore ipotesi, a ottobre in uno scenario intermedio e a fine anno per il 7 dicembre nella prospettiva più pessimistica. Del resto, il limite delle 200 persone al chiuso resta al momento un ostacolo invalicabile: se consideriamo che nel conto vanno inseriti anche gli artisti e i tecnici, non resta più posto per gli spettatori in platea.

Prima del pubblico, dovranno tornare i lavoratori. E proprio di ciò si sta discutendo in questi giorni in via Filodrammatici. Giovedì scorso si è tenuta la prima (e finora unica) seduta della Commissione permanente sulla sicurezza: l’obiettivo è quello di definire un protocollo sanitario, e la base di partenza è il documento predisposto dalla dirigenza. Un documento che, come hanno fatto sapere ieri Cgil, Cisl, Fials e Uil con un comunicato unitario, "non è esaustivo, sia in ordine alla tempistica, sia per quanto riguarda le modalità previste per il contingentamento necessario di tutti i settori interessati". Ad allarmare i delegati, stando a quanto risulta, è il fatto che nelle scorse ore alcuni tecnici sarebbero stati contattati per rientrare già a metà della prossima settimana per iniziare a smontare quello che è rimasto in palcoscenico e per avviare la manutenzione. Da lì la presa di posizione dei rappresentanti dei lavoratori, che chiedono che il rientro in attività avvenga dopo la definizione condivisa delle regole d’ingaggio.

A tal proposito, lunedì il direttore generale Maria Di Freda ha contattato il dg dell’ospedale Sacco, Alessandro Visconti, per stipulare una convenzione finalizzata a "una consulenza infettivologica di accompagnamento alla ripresa delle attività in teatro e, in particolare, per la predisposizione di un protocollo di misure da attuare per contrastare la possibile insorgenza di contagio da Covid-19 alla ripresa delle attività artistiche e produttive". In particolare, la Scala ha chiesto di avere come collaboratore il professor Giuliano Rizzardini, direttore del Dipartimento di Malattie infettive. Ultima nota per il Cda in programma oggi: all’ordine del giorno, l’approvazione del bilancio 2019 e le decisioni sulla riapertura al pubblico.Nicola Palma

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