Prima della Scala, Meyer: "Aumento contagi Covid? Nessun piano B, siamo fiduciosi"

Il sovrintendente del Teatro parla di tamponi, mascherine e distanziamenti in vista del 7 dicembre, giorno di Sant'Ambrogio

Dominique Meyer alla Scala

Dominique Meyer alla Scala

Milano, 18 novembre 2021 - Milano si prepara alla Prima della Scala, che si terrà il 7 dicembre, giorno di Sant'Ambrogio. In scena 'Macbeth' di Giuseppe Verdi'.  

"Sarà uno spettacolo che dovrà essere un po’ ripensato", ha detto ieri il sindaco Giuseppe Sala, anche presidente del teatro. E ha raccontato di aver avuto "lunghissime discussioni con il sovrintendente della Scala per la Prima". Al lavoro sul Macbeth ci sono appunto il sovrintendente Dominique Meyer, il direttore Riccardo Chailly e il regista Davide Livermore. "La situazione è ancora questa, non ne siamo ancora fuori, non mi pare che siamo in una situazione di allarme però l’attenzione va tenuta", ha sottolineato il primo cittadino.

Al momento, è stata trovata la quadra sul numero di professori d’orchestra che si esibiranno la sera di Sant’Ambrogio alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (all’ultimo red carpet da Capo dello Stato): in buca dovrebbero posizionarsi 76 elementi, quindi in numero sufficiente per eseguire al meglio il capolavoro verdiano. Ovviamente, anche questa cifra potrebbe essere rivista al ribasso nel caso il quadro sanitario, finora confortante a Milano e in Lombardia, dovesse peggiorare nei prossimi giorni.

"Se la situazione del Covid non cambierà, i cantanti non indosseranno la mascherina, mentre la porteranno gli orchestrali, tranne naturalmente i fiati quando vengono chiamati a suonare le loro parti", ha fatto sapere oggi il sovrintendente del Teatro, Dominique Meyer, evidenziando che "la regola fondamentale nei protocolli per il Covid è mantenere la distanza di sicurezza, ed è quella che vogliamo seguire: il regista Davide Livermore ne è cosciente e farà tutto quello che si deve in questo senso". "Abbiamo lavorato con l'Ats di Milano e l'ospedale Sacco per fare più tamponi", ha spiegato ancora Meyer. Per il resto, ha ribadito, "cercheremo di mantenere le distanze. È complicato ma sono convinto che ce la faremo.

Non nascondendo la sua preoccupazione per l'aumento dei casi di Coronavirus in Italia, il numero uno della Scala ha spiegato che non esiste al momento un "piano B" per la Prima ma si è detto fiducioso nella capacità di "trovare soluzioni se queste fossero necessarie: abbiamo sempre trovato un modo per fare le cose". Nel caso si verificasse un caso di positività, ha precisato Meyer, "faremo come nel calcio, dove non vanno in quarantena tutti quelli che sono stati a contatto con lui ma devono rimanere in una sorta di bolla, limitando i loro percorsi a quelli casa-teatro e teatro-casa".

Introducendo nel ridotto del Piermarini la presentazione della campagna di comunicazione per il ritorno in sicurezza del pubblico nei teatri da parte del ministro della Cultura, Dario Franceschini, Meyer ha poi spiegato che dall'inizio della pandemia il Teatro alla Scala "ha fatto molto per la salute dei dipendenti e del pubblico, spendendo complessivamente 1,7 milioni di euro per mettere in sicurezza il teatro, con i sistemi di controllo, pulizia e sanificazione". Ricordando la preziosa collaborazione con l'ospedale Sacco e Ats, e l'aiuto ricevuto dallo Stato, il sovrintendente ha spiegato che, ad oggi, la Scala ha acquistato "200mila mascherine, 15mila tamponi rapidi e 7.500 test molecolari".