Case a Milano, effetto-pandemia sugli affitti: -6,4%

Nell'ultimo anno la disponibilità di alloggi è cresciuta del 231 per cento e i prezzi si sono adeguati. Ma il capoluogo

L'offerta delle case in affitto è cresciuta del 230%

L'offerta delle case in affitto è cresciuta del 230%

Milano, 21 gennaio 2021 - Uno degli effetti più visibili della pandemia a Milano è il crollo del mercato degli affitti. Lo dicono i tanti cartelli di offerta appesi per la città e i tanti annunci online, che restano lì per giorni mentre un anno fa sarebbero scomparsi dopo poche ore. Ma lo dicono pure i numeri: negli ultimi dodici mesi i canoni di affitto nel capoluogo lombardo hanno segnato una diminuzione del 6,4%. I dati sono stati elaborati dal portale immobiliare Idealista, secondo cui il prezzo medio nel ora si attesta a 18,3 euro al metro quadro. 

Non c'è molto da stupirsi: la città ha visto improvvisamente schizzare la disponibilità di case in affitto del 231% per effetto della pandemia che ha paralizzato interi settori produttivi,  e i prezzi hanno lentamente iniziato ad adeguarsi alla nuova situazione e con ogni probabilità continueranno a calare fino a quando l'offerta abitativa non sarà riassorbita. Eppure non è stato dappertutto così, anzi: nei capoluoghi di provincia, Mantova guida la crescita tendenziale del 13,5%, seguita da Brescia (8%), Monza (4,6%), Cremona (4,5%), Como (3,7%), Pavia (1,6%), Varese (0,4%) e Bergamo (0,3%). L'anno si conclude invece in terreno negativo per Lecco (-1,6%), Lodi (1,7%) e soprattutto Milano (-6,4%). Effetto, forse anche del desiderio di trovare alloggi con spazi esterni come giardini, balconi o terrazze, che spingono verso le province meno costose. 

I prezzi quartiere per quartiere

Nonostante la performance negativa del 2020, Milano resta il capoluogo dove affittare casa costa di più con 18,3 euro mensili, distanziandosi da Como (12 euro/m2), Monza (10,8 euro/m2) e Bergamo (10 euro/m2). I canoni più economici riguardano invece Lecco (8,3 euro/m2), Mantova (7,3 euro/m2) e Cremona (6,5 euro/m2). 

Andando a vedere nel dettaglio zona per zona, il 2020 si è chiuso in saldo negativo per 12 delle 18 analizzate, con i cali maggiori in Certosa (-10%), Forlanini (-9,1%) e Greco-Turro (-8,3%). Ribassi con variazioni superiori alla media cittadina anche per Vigentino Ripamonti (-7,4%), Comasina-Bicocca (-6,7%) e Navigli-Bocconi (-6,6%). Calo in linea con la media del periodo per un altro quartiere a forte concentrazione studentesca, Città Studi-Lambrate (-6,4%). In controtendenza troviamo Baggio (9,1%), San Siro-Trenno-Figino (4,5%) e Corvetto-Rogoredo (3,5%). Si mantiene in terreno positivo - e non stupisce - anche il Centro Storico con un aumento del 3,3%, seguito da Lorenteggio-Bande Nere (1%) e Famagosta-Barona (0,1%).

Il Centro Storico (25,3 euro/m2), davanti a Garibaldi-Porta Venezia (20 euro/m2) e Fiera-De Angeli e Navigli-Bocconi (19,8 euro/m2 per entrambi i quartieri) rimane saldamente la zona di Milano dove le richieste dei proprietari risultano più elevate. Porta Vittoria ricalca la richiesta media per una casa in affitto sotto la Madonnina, con 18,3 euro mensili, seguita dalle restanti 13 zone che vanno dai 16,7 euro mensili di Cermenate-Missaglia e Vigentino-Ripamonti ai 13,3 euro di Vialba-Gallaratese, la zona più economica della città. 

Il volume d'affari in Italia

Secondo gli addetti del settore, che hanno parlato al forum Re Italy Winter, comunque, il 2020 si è chiuso meglio del previsto, seppure al ribasso: I volumi totali in Italia hanno raggiunto circa 8,3 miliardi di euro, in calo del 33% rispetto al 2019 e del 15% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Ma è vero anche che con gli effetti della pandemia la casa è tornata centrale con un forte impulso verso una "domanda residenziale di qualità".

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