Post Expo, il piano continua

Il Tar respinge il ricorso di Vitali Spa e Stam Europe contro l’assegnazione dell'area a Lendlease

Il rendering del masterplan di Lendlease

Il rendering del masterplan di Lendlease

Milano, 22 febbraio 2018 - Il Tar ha respinto  il ricorso contro l’assegnazione a Lendlease dell’incarico di supportare Arexpo nella redazione e nello sviluppo del piano di riqualificazione del sito che ha ospitato l’Esposizione Universale del 2015. Detto altrimenti: i giudici hanno sentenziato che il progetto del post Expo può andare avanti. A presentare il ricorso erano stati i due gruppi usciti sconfitti dalla gara lanciata il 4 gennaio del 2017 da Arexpo, la società proprietaria del sito: Vitali Spa e Stam Europe, che hanno partecipato al bando insieme, nello stesso raggruppamento. Il movente del ricorso è stata la presenza della società di consulenza Pricewaterhouse Cooper Advisory (Pwc) nel raggruppamento rivale, quello capeggiato dagli australiani di Lendlease. Un fatto che avrebbe assicurato a Lendlease un ingiusto vantaggio. La Pwc, infatti, il 18 maggio del 2016 aveva ottenuto un incarico da Arexpo per le procedure della gara relativa al masterplan del sito. Da qui la convinzione dei ricorrenti che il gruppo australiano abbia vinto la gara perché in possesso di informazioni aggiuntive rispetto agli altri contendenti.

Una convinzione destituita di fondamento secondo i giudici del Tar, che nella sentenza scrivono: «Tutti i concorrenti sono stati messi nelle stesse condizioni per informarsi già da tempo e certamente dal momento dell’invio agli stessi della lettera di invito». Come è arrivato a questa conclusione il tribunale? «Pricewaterhouse – spiegano i giudici nel dispositivo – non ha partecipato alla redazione degli atti della gara in esame ma alla predisposizione delle linee guida, che costituivano documentazione che è servita per la predisposizione degli atti di gara». Pwc ha quindi avuto un ruolo «in una fase propedeutica». «L’oggetto della gara – si rileva nella sentenza – è ben diverso rispetto a quella affidata per la redazione delle linee guida. L’obiettivo era quello di rappresentare un quadro di riferimento per il piano industriale della società. Le prestazioni rese in precedenza da Pwc sono state solo indirettamente connesse con la procedura concorsuale di cui si discute, atteso che hanno riguardato l’adeguatezza dell’organizzazione interna di Arexpo in relazione agli scopi dalla stessa prefissi». Non solo. «Tutta la documentazione di cui i concorrenti avrebbero dovuto disporre per la predisposizione dell’offerta è stata messa a disposzione dalla stazione appaltante (Arexpo ndr) attraverso la Virtual Data Room – notano i giudici –, mentre le informazioni più generali in relazione all’evoluzione del progetto risultavano già da tempo pubblicate sul sito ed erano state elaborate non solo grazie all’apporto delle linee guida di Pwc ma anche nel corso di incontri e convegni pubblici». Non bastasse: «La porzione rilevante delle linee guida era contenuta nell’Executive Summary, messo a disposizione di tutti i concorrenti».

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