Via Padova, la rivoluzione colorata dei writer

Street artist in campo per rendere il quartiere un luogo migliore

Via Padova, la rivoluzione colorata dei writer

Via Padova, la rivoluzione colorata dei writer

Milano, 12 ottobre 2019 - «Oltre il tunnel degli orrori» suggerisce l’idea dell’avanzare. Di superare il brutto con il bello. Di cucire grazie alla trasformazione di qualcosa che «non piace» due porzioni di quartiere. Protagonista è il ponte ferroviario di via Padova a ridosso di via Pontano, strada che già ospita opere monumentali di street art. «Un ponte che genera una galleria buia, sporca, maleodorante, che cade a pezzi», segnalano da tempo gli abitanti. Perché non farlo diventare invece un biglietto da visita del quartiere? I promotori sono B-Cam cooperativa sociale, Comin cooperativa sociale di solidarietà, associazione T12 Lab e ComunicareArte Atelier Spazio Xpò. La visione del futuro adesso si può guardare sui rendering: cattura lo sguardo la scritta luminosa «Via Padova mondo» alta 2 metri, in alto, all’ingresso, come fosse un invito a entrare. «Le parole colgono gli spunti arrivati dal quartiere dall’identià multicuturale. In via Padova c’è il mondo intero», spiega Elisabetta Bianchessi di T12 Lab. Cuore sarà la galleria d’arte nel tunnel. Tra gli artisti che hanno già aderito: Pao, alias Paolo Bordino, che con i suoi «pinguini» al parco Trotter (e non solo) ha già cambiato il volto di angoli prima anonimi. 

«Partiamo da quello che abbiamo davanti agli occhi – dice Pao al Giorno –: un ponte brutto, che spezza in due la zona. L’idea è trasformare un «non luogo» in qualcosa di bello. A chi critica gli artisti che contribuirebbero al processo di gentrificazione di via Padova, contestando un progressivo aumento di prezzi degli appartamenti, dico che la soluzione non è lasciare le zone popolari brutte: la street art anzi deve portare il bello laddove manca. L’arte non è solo dei ricchi. Tutti hanno diritto a vivere in un luogo bello, a riconoscersi in un quartiere che abbia una sua identità». Il sì è arrivato anche da Cristian Sonda, Mr.Wany, Tomoko Nagao e Pablo Pinxit. La strada è ancora lunga «ma stiamo lavorando da mesi – spiega Luca Rossetti, presidente di B-Cam –. C’è un dialogo aperto con le Rfi (la proprietà del ponte) e con il Comune, che ha la competenza sulla parte sottostante. Un luogo che cade a pezzi, eppure vincolato. Stiamo lavorando per avere tutti i permessi e, nello stesso tempo, promuovendo un progetto dal basso che coinvolga i cittadini. Una volta che avremo le autorizzazioni partiremo con la raccolta fondi».    «Nel frattempo promuoveremo attacchi d’arte temporanei nella piazzetta tra il benzinaio e la bocciofila», aggiunge Christian Gangitano di ComunicareArte Atelier Spazio Xpò, che è pure tra le associazioni che gestiscono la Casa degli artisti nel centralissimo corso Garibaldi. «Un’occasione di scambio tra centro e periferia. Lanceremo una ‘artist call’ per il progetto di via Padova». L’auspicio è trasformare il tunnel entro la fine del 2020. 

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