Politecnico, la fabbrica dei brevetti: la "mano bionica" con una calamita

L’idea di Alessandra Pedrocchi

Bozza di una delle invenzioni

Bozza di una delle invenzioni

Milano, 22 luglio 2018 - Un dispositivo per aiutare chi ha disabilità neuromotorie alla mano ad afferrare e sollevare gli oggetti: a firmare l’invenzione Alessandra Pedrocchi, professoressa del dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria e Giovanni Maria Foglia del dipartimento di Energia del Politecnico. "Stavo lavorando con alcuni pazienti dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare – spiega la professoressa – per la creazione di un esoscheletro che muovesse il braccio. “Ma se poi la mano non fa niente?”, mi hanno chiesto loro. Ho cominciato a documentarmi e a pensare a una soluzione funzionale ma semplice, a un sistema di assistenza controllata della presa con una calamita".

Ci sono una polsiera, una bobina elettromagnetica che alimenta due bottoni ferromagnetici in grado di agganciare qualsiasi oggetto che abbia una barretta di metallo associata. "I bottoni possono essere applicabili sia in zona palmare e dorsale, non obbligano a dovere essere in grado ad aprire e chiudere la mano. Non ripristiniamo il movimento ma la funzione. La bobina elettromagnetica è controllata da un’app in modo da modulare l’aggancio, utile anche in fase riabilitativa ad allenarsi a prendere e rilasciare gli oggetti". Il primo prototipo è già in cantiere.

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