Plaid, trapunte, piumoni: aria "da austerity", vince la logica del dono utile

Nelle periferie addio sfizi e spese superflue. Poche luci e alcuni esercenti per risparmiare abbassano le serrande alle 17

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di Annamaria Lazzari

Si respira un’aria d’austerity in periferia. Nelle zone più popolari i comportamenti d’acquisto sono condizionati dagli aumenti dell’energia e degli alimentari. L’inflazione che a novembre, secondo le stime preliminari dell’Istat, ha raggiunto l’11,8% su base annua è di quelle che non perdona e ha prosciugato anche i budget per i regali da mettere sotto l’albero che sono diventati “pensierini“ low cost. Si valuta e si pondera bene, dunque, prima di passare in cassa. La bussola dello shopping natalizio, lontano dalle zone glamour del centro, è diventata l’utilità. Un presente giudicato perfetto sono tutte le strategie alternative per riscaldarsi in casa senza dover mettere i termosifoni al massimo. A causa del decreto Energia dell’ex ministro Cingolani, infatti, quest’anno i caloriferi non possono rimanere accesi per più di 13 ore al giorno e mai con una temperatura superiore ai 19 gradi. "C’è stato un boom di richieste – anche come dono natalizio – per le coperte termiche a basso consumo, assieme a plaid, trapunte pesanti, piumoni. Sono invece un po’ snobbate rispetto agli anni scorsi le stufe elettriche a resistenza e a ventola che sono comode ma hanno consumi elevati, anche fino a 2000 watt. Il ragionamento del consumatore è attenersi ad acquisti ragionati e dettati dalla necessità. L’anno scorso era trendy puntare sull’elettrodomestico un po’ particolare: quest’anno la gente ci pensa due volte, preoccupata dall’impatto sulle bollette", spiega Massimo Monti, titolare del negozio Kasanova in via Lorenteggio e presidente di Asselor, l’associazione dei commercianti di via.

Lo stesso ragionamento “utilitaristico“ si registra in una cartoleria inaugurata di recente in zona Corvetto: "Ci hanno chiesto di impacchettare anche matite e astucci per i bambini, accessori che servono tutto l’anno", rivela Luciana Fazzi della cartoleria Lucy di via Polesine. "Per molti – prosegue – sarà un Natale da “regalini“, come le boule de neige, con un budget ridotto che non supera i 30 euro".

Nubi di preoccupazione si addensano anche sull’alimentare di qualità che durante gli anni della pandemia aveva retto bene, perché i consumi in casa erano aumentati a causa delle restrizioni ai pubblici esercizi e dello smart working. "Quest’anno invece è diverso. Quello che osserviamo è che, per fronteggiare i rincari, la nostra clientela se non arriva a rinunciare a cotto, crudo o bresaola li acquista in quantità inferiore" afferma Guido Fiamenghi della Salumeria Gastronomia Fiamenghi di via Giambellino, in piedi dal 1927. "E c’è un’austerity anche dei commercianti a causa di bollette che fanno paura: noi siamo passati da 100 euro a 400 euro per l’elettricità. Per questo abbiamo deciso in alcuni giorni della settimana - come martedì e mercoledì - se non c’è un’anima in giro di chiudere alle 17, per risparmiare sui consumi. Di luminarie quest’anno poi non se ne parla, neppure quelle a parete", fa sapere il titolare della storica bottega.

Secondo Thomas Pacher, titolare del negozio di costumi Balloon Store di via Padova (che è pure agenzia di spettacolo che manda Babbo Natale "professionisti" a domicilio) tra la sua categoria predomina un atteggiamento "guardingo": "Il settore dell’intrattenimento è stato massacrato dal Covid. Prima della pandemia gli ordini ai fornitori per la merce natalizia partivano a marzo, adesso si fanno quasi sotto data: la programmazione è diventata a breve termine e oculata. Troppe volte negli anni scorsi ci è stato promesso un ritorno alla normalità che poi non è avvenuto e ci è rimasto il magazzino pieno di invenduto. Gli imprenditori hanno eroso i loro risparmi per andare avanti: non possiamo permetterci più alcun passo falso".

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