Più acqua dal fiume Ticino per l’agricoltura

Decisione regionale: il 'minimo vitale' potrà essere derogato: Coldiretti festeggia, dubbi dal Parco

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Milano, 17 luglio 2020 - Da oggi sarà più facile derogare agli obblighi di rilascio del deflusso minimo vitale, ovvero la portata d’acqua che deve essere lasciata defluire a valle delle captazioni (i canali che prendono acqua dai fiumi) al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi. Lo ha stabilito la Regione Lombardia con un provvedimento adottato dalla Giunta col quale d’ora in avanti non sarà più necessario interfacciarsi con l’Osservatorio Permanente sugli Usi dell’Acqua nel Distretto Idrografico del Fiume Po. La delibera regionale prevede infatti la possibilità di definire in modo autonomo le soglie di severità idrica per i sottobacini di interesse regionale, fissate proprio nel documento approvato. In particolare viene definito scenario non critico quando la disponibilità delle riserve idriche è uguale o superiore alla media della serie storica di riferimento. Si definisce scenario di severità idrica bassa quando la disponibilità delle riserve idriche è inferiore alla media della serie storica di riferimento, con deficit inferiore o uguale al 30%. Quando la disponibilità delle riserve idriche è inferiore alla media della serie storica di riferimento, con deficit maggiore al 30% si raggiunge lo scenario di severità idrica media. In questo caso i titolari delle utenze di derivazione di acqua superficiale ad uso irriguo possono presentare domanda di deroga al valore di deflusso minimo vitale.

"Già nei mesi scorsi - afferma Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura - avevamo annunciato il bisogno di istituire procedure semplificate per la concessione della deroga. Quando si presenta il problema della carenza idrica per gli agricoltori la Regione ha la necessità di intervenire con urgenza e purtroppo la normativa statale ed europea sul deflusso minimo vitale è troppo rigida e ha reso difficile negli anni l’applicazione di deroghe anche in situazioni di evidente difficoltà". "L’intervento pone fine a un percorso burocratico farraginoso. Finalmente gli agricoltori avranno l’acqua con i modi e con i tempi giusti, rispettando le esigenze ambientali dell’ecosistema". Il provvedimento regionale è stato accolto con enfasi dal mondo agricolo. "Da sempre – commenta Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia – abbiamo sostenuto la necessità di una maggior flessibilità sulla gestione del deflusso minimo vitale, soprattutto in vista dei mesi estivi. Gli agricoltori, infatti, non possono permettersi il lusso di aspettare quando manca la risorsa idrica per irrigare le coltivazioni. Una condizione che si verifica con sempre maggior facilità a causa dei cambiamenti climatici in atto anche sui nostri territori". "La delibera si configura come un provvedimento di portata storica. Siamo doppiamente soddisfatti poi che tale traguardo sia stato raggiunto in una situazione complessa, come quella attuale in cui stiamo faticosamente tentando di reagire alla crisi economica determinata dall’attuale emergenza sanitaria" è il commento di Alessandro Folli, presidente del consorzio Est Ticino Villoresi (i cui canali prendono acqua dal Ticino). Dal Parco del Ticino nessun commento ufficiale sulla delibera. "Non abbiamo ancora avuto modo di analizzarla" afferma il direttore Claudio Peja. "Lasciare l’acqua nel fiume non è mai uno spreco, per questo noi ci siamo sempre battuti per mantenere più acqua nei laghi. Perché quest’acqua - dice - alimenta le falde. Non è solo una questione legata alla fauna acquatica. Depauperare le falde significa creare problemi anche a tutte quelle strutture create attorno ai fiumi". "Ci sono altre attività economiche, dalla pesca all’attività ludica, che traggono beneficio dall’acqua che scorre nei fiumi. Con meno acqua nei fiumi aumenta l’inquinamento".

 

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