Più posti di lavoro ma l’80% è precario Turismo e food trainano la ripresa

Dati dell’Osservatorio metropolitano. Cisl: troppi temporanei

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di Massimiliano Mingoia

A Milano i posti di lavoro sono in aumento ma nell’80% dei casi sono precari. È questa la sintesi dei numeri del Rapporto sul mercato del lavoro 2022 curato dall’Osservatorio della Città metropolitana. I dati relativi al primo semestre 2022 rivelano che l’andamento ha proseguito il trend positivo del 2021. Un trend che mostra il segno “più’’, nonostante i primi contraccolpi economici determinati dall’aumento del costo delle materie prime energetiche e dalle restrizioni nel commercio internazionale provocati dalla guerra in Ucraina.

Le assunzioni risultano in crescita, ma aumentano soprattutto i rapporti di lavoro a tempo determinato. Nel primo semestre 2022 ci sono stati 428.529 avviamenti a fronte di 274.587 lavoratori avviati e 64.276 datori di lavoro che hanno effettuato almeno un avviamento. Le assunzioni a tempo indeterminato rappresentano il 20% del totale, i contratti brevi inferiori a quattro giorni il 25.17% e i restanti contratti il 54.82%.

I nuovi occupati sono legati principalmente al settore del turismo e della ristorazione. Quelli brevi, con meno di quattro giorni, sono rapporti di lavoro a tempo determinato o in somministrazione. Si tratta di forme contrattuali impiegate in specifici settori come gli spettacoli e le fiere, mentre un terzo riguarda il lavoro di cura o di servizio presso le famiglie.

"Il trend è positivo – osserva Eros Lanzoni, segretario della Cisl di Milano – ma è preoccupante il fatto che di tutti gli avviamenti registrati solo 85.749 sono a tempo indeterminato, ben 107.861 brevi e addirittura 234.919 a tempo determinato. Il lavoro nel milanese c’è ma è frammentato e discontinuo: questo pone un problema per l’oggi, con tante persone che non hanno un reddito stabile, ma anche per il domani, perché queste stesse persone avranno buchi contributivi tali da non garantire loro una sicurezza economica e una vita dignitosa. Occorre trovare il modo per coprire queste falle, altrimenti ci troveremo con un numero elevato di “nuovi poveri’’ con pensioni da fame".

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