Cicloturismo, il futuro è la pista di 679 km: unirà quattro regioni della Pianura Padana

La ciclabile lungo il Po "VenTo", secondo gli esperti porterà 400mila turisti all’anno

Passione cicloturismo

Passione cicloturismo

Milano, 25 maggio 2018 - «Una linea che unisce tanti puntini». Quando si chiede al professor Paolo Pileri cosa sia VenTo, la risposta è di una semplicità disarmante. Una linea che, correndo lungo il fiume Po, unisce 183 Comuni, 11 province e quattro regioni della Pianura Padana, la provincia profonda d’Italia. Una pista ciclabile lunga 679 chilometri che unisce, per il momento solo idealmente, il centro di Torino al Lido di Venezia e sulla quale l’Italia sta giocando una parte consistente delle sue carte in fatto di sviluppo di un turismo «lento» e «sostenibile».

La pista che ancora non c’è, ma che sta facendo tanto parlare di sé perché con la sua realizzazione promette di rilanciare anche economicamente un territorio vastissimo. Da questa mattina circa 200 ciclisti, tra i quali molti studenti di Urbanistica del Politecnico di Milano, stanno pedalando lungo il Po per un viaggio di 6seigiorni (diviso in due week end). Percorreranno tutti i circa 700 chilometri di questo tracciato che oggi è composto da circa il 15% di piste ciclabili protette, il 40% di piste sterrate e sentieri lungo gli argini del fiume, il 22% di tratti stradali che richiedono interventi di messa in sicurezza leggeri e il 21% di tratti che richiedono interventi di una certa complessità. «Viaggeremo in tanti perché vogliamo mostrare ai territori che attraversiamo quale potenza economica sia una pista ciclabile di questo genere – spiega il Paolo Pileri, professore ordinario al Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico e padre del progetto VenTo - Pedaleremo attraverso paesi, ci fermeremo a mangiare e a visitare monumenti e musei».

E ancora: «La sera ci fermeremo a dormire in territori che non sono abituati a ricevere un turismo così massiccio. Ciò che vogliamo trasmettere è che quando la VenTo sarà completata, questo effetto si ripeterà quotidianamente cambiando le sorti dell’economia dei territori».Si parla di almeno 3 o 400mila presenze l’anno, che potrebbero sviluppare duemila posti di lavoro e il rilancio di aziende agricole, alberghi e ristoranti. VenTo è uno dei progetti turistici più ambiziosi del Paese. Innanzitutto è un progetto. Ideato e portato avanti con tenacia da Paolo Pileri e dai suoi primi collaboratori, Alessandro Giacomel e Alessandra Giudici (oggi nel suo team lavorano in cinque), fin dal 2010, quando hanno steso una prima linea su una carta geografica attraverso i territori di quattro regioni, pensando che questa avrebbe potuto rappresentare un cambio di paradigma per l’economia di un territorio che ha molto da offrire.

Uun viaggio lento nel cuore del Nord d’Italia che negli ultimi decenni aveva ritirato i suoi monumenti e le sue specialità perché non aveva più alcun viandante a cui esporle. In Germania l’economia del cicloturismo vale già oltre 8 miliardi l’anno. «I tedeschi sanno bene che ogni chilometro può produrre fino a 300mila euro l’anno di indotto economico - racconta Pileri –. Per questo hanno codificato con precisione l’idea di pista cicloturistica». Pochi giorni fa Infrastrutture Lombarde (ente capofila) ha assegnato l’appalto per la progettazione di fattibilità tecnico economica dell’intero progetto che interesserà le 4 regioni. Dal 2016 i piani strategici per la ciclabilità sono presenti stabilmente nelle leggi di Stabilità, che hanno prodotto già 500 milioni di euro di stanziamenti.

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