Milano - La campagna elettorale si giocherà anche sulle piste ciclabili al centro di polemiche ormai quasi quotidiane. Chi le odia, perché pericolose e chi le ama perché catapultano Milano in una internazionalità anche sul piano delle mobilità. Ieri l’ennesimo scambio fra il candidato del centrodestra, Luca Bernardo e la giunta di Beppe Sala.
Sul punto è l’assessore Marco Granelli a rispondere sui social con un bilancio: "Ad oggi 9.000 ciclisti al giorno usano la nuova ciclabile, il 25% dei mezzi che usano il corso. Ora stiamo cercando di migliorare, per rendere il transito più lineare e sicuro per tutti, i tanti pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti che passano in Buenos Aires. Noi abbiamo un’idea di corso Buenos Aires com luogo in cui i cittadini possano passeggiare per prendere un gelato, bere un caffè o un aperitivo, guardare le vetrine e fare acquisti, accedere a teatri e attività culturali. E per questo ad agosto miglioreremo il primo tratto tra Oberdan a Tunisia togliendo i restringimenti del marciapiede, mettendo la ciclabile lungo il marciapiede rendendola più lineare, realizzando una corsia per le auto più lineare e uniforme, e realizzando sulle laterali, in prossimità degli incroci, sosta per le auto, per carico e scarico e per le moto". L’assessore alla Mobilità lo ha scritto in risposta al post su facebook di Luca Bernardo, candidato sindaco di centrodestra. E ha aggiunto: "Chi si ostina a non volere le piste ciclabili, in corso Buenos Aires e nel resto di Milano, evidentemente sogna un’autostrada a più corsie in pieno centro cittadino".
Il primo a tornare sulla questione ciclabili era stato Bernardo: «Lancio un appello al sindaco uscente Giuseppe Sala: fermi sul nascere i lavori per il rifacimento della pista ciclabile di corso Buenos Aires: sono nemici della viabilità, del commercio, sono contro i milanesi, come molti provvedimenti decisi dall’attuale giunta comunale. Ampliare la ciclabile nel tratto tra piazza Oberdan e viale Tunisi, e Sala lo saprebbe se vivesse davvero Milano, significa eliminare i pochissimi parcheggi disponibili per auto e moto e punire ancora una volta i cittadini. Gli esercenti che stanno faticando a riprendersi dalla batosta delle restrizioni - molti purtroppo hanno dovuto chiudere - verranno ulteriormente penalizzati da questa scelta: è questa la visione di città tanto sbandierata?".
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