"Pista ciclabile a zig zag" La Fiab boccia il tracciato

Il vicepresidente: ciclisti costretti a spostarsi da un lato all’altro della strada. Area sterrata e segnaletica disorientante, anomalie che vanno sistemate

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di Alessandra Zanardi

Un tracciato di poco più di 14 chilometri per unire tra loro i Comuni di Cerro al Lambro, Melegnano, Carpiano e Locate Triulzi. Pur con una lunga gestazione (il progetto preliminare è del 2016, i lavori sono partiti nel 2021), è ormai arrivata alle battute finali la pista ciclabile intercomunale, pensata anche per servire le stazioni ferroviarie di Melegnano e Locate, e favorire così l’intermodalità. Un’opera del costo di 650mila euro, la cui realizzazione si è giovata di un finanziamento della Comunità Europea, oltre che di contributi messi a disposizione dai singoli Comuni. Sono già tante, da mesi, le persone che percorrono il tracciato, ufficialmente non ancora finito, ma realizzato ormai in larghissima parte e di fatto già transitabile. Dalla Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) arriva però una bocciatura del tratto melegnanese e la segnalazione di alcune magagne che andrebbero sanate, per rendere la pista davvero a misura di biciclette.

"In via Carpiano, ossia dall’incrocio con viale Repubblica fino al ponte dell’A1, il percorso non è lineare e il ciclista è costretto a spostarsi più volte da un lato all’altro della strada - osserva Giulietta Pagliaccio, vicepresidente di Fiab Melegnano -. Quel tratto a zig zag, con continui attraversamenti che potrebbero essere pericolosi specie in caso di nebbia e maltempo, sembra pensato per non dare fastidio alle auto, prima ancora che ad uso delle biciclette". "Una volta scesi dal ponte dell’autostrada, all’altezza di Cascina Martina - prosegue - la pista sfocia in un’area sterrata, superata la quale il tracciato prosegue alla volta di Carpiano. C’è da chiedersi se queste anomalie, come appunto la presenza dello sterrato, verranno poi sistemate, o siano destinate a rimanere così". Nel mirino di Fiab anche la segnaletica, a tratti incongruente. "In alcuni punti - incalza Pagliaccio - la segnaletica a terra indica che il percorso è ad uso dei soli ciclisti, mentre quella verticale indica la possibilità di transito anche da parte dei pedoni. È disorientante, così si rischia di scatenare degli screzi. Viene da pensare che chi ha ideato e realizzato l’intervento non sia in realtà mai andato in bicicletta". Secondo la Federazione, l’opera nel suo complesso ha mancato l’obiettivo di favorire gli spostamenti casa-lavoro e l’intermodalità bici+treno. "Passi per le pedalate nel tempo libero, ma per spostamenti più frequenti e strutturati quella pista è inadatta".

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