Aereoplano contro il Pirellone, 19 anni fa l'indelebile tragedia nel cielo di Milano

Alle 17.45 del 18 aprile 2002 l'incidente costato la vita a due avvocatesse della Regione Lombardia e al pilota Luigi Fasulo

Lo squarcio lasciato dall'aereo finito contro il Pirellone nel 2002

Lo squarcio lasciato dall'aereo finito contro il Pirellone nel 2002

Milano - Era il 18 aprile del 2002 quando un piccolo aereo privato si schiantò contro il Pirellone, sede della Regione Lombardia, nel cielo primaverile di Milano. Immagini indelebili. come quelle di oggi a San Donato, a meno di un anno dal disastro delle Torri Gemelle a New York. Impossibile in un primo momento non pensare, di istinto, a un raid terroristico. Più tardi gli inquirenti chiarirono la dinamica di quella tragedia, dovuta all'imperizia, costata la vita a tre persone: Luigi Fasulo, il pilota del velivolo da turismo, e le avvocatesse Annamaria Rapetti e Alessandra Santonocito, dipendenti della Regione Lombardia, vittime innocenti ricordate oggi dal governatore Attilio Fontana con un post su Facebook: "A loro va il ricordo e una preghiera di tutta la Regione e più in generale dei lombardi". Ebbero la sfortuna di trovarsi a lavorare al 26esimo piano del grattacielo su cui impattò l'aeroplano, causando oltre alle tre morti il ferimento di sessanta persone. 

Il volo maledetto

Lo svizzero Luigi Fasulo, pilota originario della Campania nato nel 1935, era decollato dall'aeroporto di Locarno con il monotore Rockwell Commander 112TC alle 17.15. Il piano volo prevedeva l'atterraggio a Linate per fare carburante e poi il rientro in Svizzera con atterraggio a Lugano alle 18.15. Per una ventina di minuti le comunicazioni con le torri di controllo dimostrano che il volo procede regolarmente. Verso le 17.30 alle porte di Linate iniziano i problemi.

Le comunicazioni sono confuse e, nelle risposte che offre ai controllori di Linate, Fasulo palesa la sua inesperienza a planare in un aeroporto come quello di Milano con procedure complesse e articolate. Il pilota sbaglia di fatto pista d'atterraggio e i controllori lo richiamano all'ordine fino a quando comunica di non riuscire ad aprire il carrello . A quel punto Fasulo entra probabilmente nel panico, mette il pilota automatico e cerca di risolvere l'avaria. L'aereo esce dai radar, poi viene visto dalla torre di controllo mentre sembra imboccare la giusta direzione per l'anello indicato per l'atterraggio ma il velivolo passa oltre facendo rotto verso la Stazione Centrale e il Pirellone, col pilota ormai confuso e forse abbagliato dal sole. Prima di perdere quota, il carrello del Commander viene prima estratto e poi retratto forse nell'intenzione di tornare indietro senza atterrare. Poi di fronte al grattacielo Pirelli un ultimo tentativo di virata, quindi lo schianto alle 17.45, le urla, il panico, il sangue e la morte. Scartate le ipotesi iniziali di sucidio e atto terroristico, le indagini, le relazioni tecniche e le testimonianze decretarono che l'incidente fu causato dall'inabilità del pilota a gestire un atterraggio complesso in presenza di difficoltà tecniche

 

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