Milano, travolge e uccide pedone: "Addio Sandro, nonno di tutti"

La sua vita fra amici del circolino, figlio e nuora. "Quando uscirà di galera il colpevole?"

Sandro Orlandi

Sandro Orlandi

Milano, 29 gennaio 2018 - «Siamo tutti sconvolti. Abbiamo perso un amico, un padre, un nonno, un compagno». Gli amici di una vita ricordano con gli occhi lucidi Sandro Orlandi, l’88enne ucciso da un’auto pirata sabato sera in via Michelino Da Besozzo a pochi passi da piazza Prealpi. Erano da poco passate le 20 e Sandro, come ogni giorno, aveva salutato gli amici dei Circoli Arci e Pd di via Bodoni di cui era habituè. «Era sempre l’ultimo ad andarsene. Ci eravamo lasciati 5 minuti prima», racconta Antonio Bragioni, 91enne, amico inseparabile, che con Sandro giocava a carte e chiacchierava facendo scivolare così le giornate.

Un tragitto breve, quello da percorrere per tornare a casa. Una strada che Orlandi conosceva a memoria, sempre la stessa, avanti e indietro a piedi, tutti i giorni, da anni, perché da quando era rimasto vedovo quel circolino era diventata la sua seconda casa. Socio Arci e tesserato Pd, quello era il suo mondo, «vedeva passare la vita del quartiere stando seduto lì», racconta Claudio Lovati, segretario del Circolo Pd Lia Bianchi. Ma nel suo appartamento sabato sera non è tornato. Ha perso la vita, investito e sbalzato venti metri in avanti da un’auto-bolide che lo ha lasciato esanime sull’asfalto. Troppo gravi le ferite. Quando i soccorritori sono arrivati in via Da Besozzo, l’88enne era già in arresto cardiaco. Nulla da fare. E il fatto che il pirata della strada - Alessandro Ghezzi, 44 anni, che guidava ubriaco, con patente sospesa e senza assicurazione - sia stato arrestato, consola fino a un certo punto gli amici.

«Tra quanto tempo uscirà di galera?», domanda uno di loro, che vorrebbe «una pena certa. Merita di non uscire più». Accanto alla rabbia, si fa strada la volontà di confortare la famiglia che soffre: in tanti ieri hanno bussato a casa di Massimo, figlio di Sandro, che vive sempre nel quartiere, per portare almeno un abbraccio. «Ringraziamo tutti. Ora però stiamo vivendo un momento di dolore, vogliamo restare soli. Mio marito è rimasto orfano», risponde la nuora al citofono. Intanto, sia ai giardinetti di quartiere e sia alle porte del circolino, gli amici continuano a ricordare Sandro. «Una persona pacata e allegra. Gli piaceva cantare le canzoni popolari in dialetto milanese», racconta sconsolato l’amico 91enne Antonio. Di fianco, il figlio Giuseppe (67 anni), pure lui frequentatore del centro ricreativo, annuisce. Un altro ricorda che «adesso Sandro era in pensione ma per una vita era stato operaio attrezzista meccanico, operava su macchinari». Alle porte del circolino, tra manifesti e pagine di giornale, già ieri mattina faceva capolino un messaggio: «Sgomenti per la tragica morte del compagno e socio Sandro partecipiamo al dolore e cordoglio dei familiari». E Lovati rimarca: «Era una persona molto dolce e tenera. Un “nonno” per tutti. Giocava, chiacchierava, beveva un paio di bicchieri di rosso... Abbiamo perso un amico e un compagno». 

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