Treno deragliato a Pioltello, Rfi punta sulla 'frenata'

Incidnete causato dal binario spezzato, ma le difese faranno accertamenti sul sistema di stop

Treno deragliato a Pioltello

Treno deragliato a Pioltello

Pioltello (Milano), 28 gennaio 2020 - È sulla frenata del treno che punteranno il dito le difese. I nuovi approfondimenti d’indagine chiesti e ottenuti dai legali di Rete ferroviaria italiana (Rfi) - società responsabile della manutenzione dei binari e che vede i suoi vertici sotto accusa per la tragedia di Pioltello - riguardano per l’appunto il sistema di frenata del convoglio.

Il treno dei pendolari era partito da Cremona una mattina di due anni fa e deragliò per colpa di un pezzo di 23 centimetri di rotaia che si spaccò provocando tre morti e una cinquantina di feriti tra i passeggeri. Che sia stata quella la causa del disastro non ci sono più dubbi, dopo la maxi consulenza tecnica disposta dalla Procura ma a cui hanno preso parte anche gli esperti nominati dagli indagati Rfi.

Dopo l’impatto, ad azionare il freno d’emergenza fu un passeggero della terza carrozza più o meno 300 metri dopo la fine della banchina della stazione di Pioltello. Ormai il treno era spezzato in due, con le carrozze 4 e 5 ancora collegate al locomotore e la 3 - tamponata - che si avviava all’ultima disperata corsa prima dello schianto contro un pilone della luce. I consulenti tecnici, anche grazie alla “scatola nera” del treno, hanno verificato da un lato la correttezza della “massima frenatura” avvenuta. Dall’altro però avevano già a suo tempo rilevato un valore anomalo nel complicato sistema idraulico del convoglio. Così andarono a fondo del problema, facendosi mettere a disposizione, dagli stabilimenti Trenitalia di Genova e Firenze, due locomotive uguali a quella di Pioltello per verificare eventuali difetti generali del sistema. I test sperimentali “assolsero” i treni gemelli, e la causa di quel valore anomalo venne spiegata con la posizione innaturale assunta da un rubinetto della pressione in seguito all’impatto tra carrozze. 

È prevedibile che proprio su questo punto le difese Rfi metteranno l’accento nel tentativo di alleggerire le responsabilità di chi, stando alla Procura, avrebbe dovuto preoccuparsi di sostituire i binari su quella tratta usurati. Con le accuse di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose,la richiesta di processo riguarderà quasi certamente 12 indagati: i due manager a capo dell’azienda e sette tra dipendenti e tecnici di Rete ferroviaria italiana, la stessa società come persona giuridica e due ex vertici dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro