Tragedia ferroviaria di Pioltello, nel cassetto i sensori anti-disastro

Tre dirigenti Rfi sotto accusa, fra le imputazioni quella di non aver utilizzato un semplice apparecchio che avrebbe segnalato i rischi

Il treno deragliato a Pioltello

Il treno deragliato a Pioltello

Pioltello (Milano), 1 novembre 2019 - Gli strumenti li avevano già, acquistati da tempo ma parcheggiati in deposito. Piccoli apparecchi da sistemare con pochi minuti di lavoro sui giunti “isolati” come quello che la mattina del 25 gennaio dell’anno scorso cedette a Pioltello, provocando il deragliamento del treno dei pendolari e la morte di tre passeggeri.

Tecnicamente sono i dispositivi “Marini” (dal nome dell’azienda) e sono in grado di segnalare tempestivamente le eventuali anomalie del giunto prima che si arrivi a una rottura come quella alla base del disastro di un anno fa. In pratica, sarebbe bastato che uno di quegli apparecchietti fosse stato installato sul “punto zero” - il giunto usurato segnalato dagli operai già nell’agosto del 2017 - e la tragedia si sarebbe potuta evitare perché in quella situazione nessuno avrebbe più potuto ritardare la sostituzioneC’è anche questa particolare omissione, tra quelle imputate dalla Procura nella chiusura delle indagini all’ad Maurizio Gentile e ai due dirigenti Umberto Lebruto e Vincenzo Macello di Rete ferroviaria italiana (Rfi), la società a sua volta indagata come persona giuridica e sotto accusa per non aver curato la manutenzione della tratta sulla quale avvenne il disastro.

Tra i capi di imputazione contestati ai tre dirigenti Rfi, infatti ce n’è anche uno che riguarda la violazione dell’articolo 437 del codice penale, quello che punisce «chiunque omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri». Secondo gli inquirenti, proprio questo sarebbe avvenuto a Pioltello, dove, oltre ai dispositivi “Marini”, i tecnici Rfi avrebbero potuto utilizzare allo stesso scopo anche altri strumenti di cui già disponevano, cioè dei «traversoni in grado di prevenire anomale sollecitazioni del giunto derivanti dall’allontanamento delle testate». Un rimedio certo più efficace della “zeppa” di legno che invece gli operai posarono, pensando chebastasse. Un’illusione pagata, quella sì, a carissimo prezzo. 

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