Pio Albergo Trivulzio: 4 su 5 erano falsi positivi

I tamponi sono stati ripetuti: sono 13 i positivi confermati su 64 che erano risultati infetti: "Contaminazione dei campioni"

L'esterno del Pio Albergo Trivulzio

L'esterno del Pio Albergo Trivulzio

Alla fine erano 13, e non 64, le persone risultate positive a uno screening del coronavirus condotto al Pio Albergo Trivulzio su 551 volontari tra operatori sanitari, impiegati, riabilitatori, animatori, personale della mensa e dipendenti di ditte esterne che lavorano per la Baggina. La correzione è stata confermata con l’ultimo bollettino della casa di riposo: l’incidenza è passata dall’11,61% degli operatori sottoposti al tampone al 2,35%, dopo che lo screening è stato ripetuto perché sin dall’inizio la Baggina aveva voluto approfondire quel risultato abnorme. Anche alla luce di un precedente: dai controlli su circa 727 ospiti del Pat erano emersi solo 7 positivi reali (lo 0,96%) ma c’erano stati più di quaranta falsi positivi, risultati negativi a un secondo controllo. E già all’epoca, cioè la settimana scorsa, Fabrizio Pregliasco, il virologo ingaggiato come supervisore scientifico dal Trivulzio a pandemia in corso, aveva ipotizzato una contaminazione in laboratorio o la possibilità che i tamponi avessero “fotografato“ frammenti di Rna di un coronavirus già morto e “smaltito“ dall’organismo.

Così i 64 lavoratori volontari che erano risultati positivi (11 sanitari tra medici, infermieri e Oss, 17 amministrativi, 7 operatori della mensa, 10 tra operatori della riabilitazione e animatori, 19 operatori di ditte esterne) hanno subito ripetuto i tamponi molecolari. Che hanno confermato 13 contagiati (3 sanitari, 4 lavoratori della cucina e sei tra impiegati e dipendenti di ditte esterne), cioè appena uno su 5 rispetto al primo referto. Gli altri 51 lavoratori sono risultati negativi al coronavirus.

La stessa cosa è accaduta per gli ospiti della casa di riposo: dai nuovi tamponi effettuati il 3 novembre è risultato che dei 41 positivi refertati in precedenza per un solo ospite il contagio era confermato; gli altri 40 erano tutti negativi. L’anomalia, ha spiegato il supervisore Pregliasco, potrebbe essere stata causata dalla contaminazione tra i campioni all’interno del laboratorio che analizza i tamponi: "Purtroppo può capitare - sottolinea il virologo - erano dei falsi positivi collegati al fatto che presumibilmente c’è stata una contaminazione dei campioni nella fase di laboratorio, non in fase di prelievo. Basta poco e niente perché un campione positivo possa contaminarne altri. Succede".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro