"Quello di Pinelli fu suicidio": le figlie querelano l'ex prefetto Serra

Le parole furono dette nel corso di una trasmissione televisiva. Claudia Pinelli: "Bisogna rispettare la verità storica e processuale"

Giuseppe Pinelli

Giuseppe Pinelli

Milano - Dobbiamo sempre e comunque pretendere rispetto della verità, storica e oggettiva. Ci sono persone che approfittano di programmi televisivi per avvalorare delle tesi che abbiamo considerato offensive e abbiamo quindi intrapreso la via di una querela nei confronti dell'ex prefetto Achille Serra": sono le parole dette ai microfoni di  Radio Popolare da Claudia Pinelli, una delle due figlie di Giuseppe Pinelli che morì a Milano nella notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1969.

Intervenuto lo scorso 15 febbraio al programma di Rai3 Quante Storie, Serra disse che "Calabresi non sbagliò assolutamente nulla. Quando Pinelli si buttò dalla finestra, Calabresi era in un'altra stanza. Non lo dico io, ma lo ha detto un grande magistrato che era Gerardo D'Ambrosio e archiviò perché si era suicidato". Il conduttore del programma Giorgio Zanchini chiese scusa alla famiglia Pinelli per quanto detto dall'ex prefetto che "non rispecchia la verità processuale e non rispecchia il mio pensiero, né quello di questa redazione".

"Zanchini ha fatto delle scuse pubbliche, Achille Serra ha fatto delle proposte che non abbiamo considerato soddisfacenti e quindi abbiamo deciso di proseguire. Ci siamo dovuti rivolgere allo studio del professor Smuraglia perchè ci fossero delle scuse - ha spiegato Claudia Pinelli - cosa che è avvenuta immediatamente per la Rai, ma senza avvocati non sarebbe mai arrivata. Posso capire la relazione profonda tra Calabresi e Serra, ma non ti permettere di infangare Pinelli. Dovrà risponderne con i tempi che avrà la nostra giustizia".

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