Pime, ecco la 'Missione Milano' / FOTO

Ristrutturata la sede di via Monte Rosa, nel weekend l’inaugurazione con l'arcivescovo Delpini

La presentazione della sede ristrutturata del Pime

La presentazione della sede ristrutturata del Pime

Milano, 12 settembre 2019 - Un museo con postazioni multimediali, un teatro con 600 posti e 15 appuntamenti in calendario, una caffetteria e un negozio per lo shopping etico. Il Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) si rinnova nel segno dell’apertura alla città. Sabato e domenica ci sarà l’inaugurazione della sede di via Monte Rosa, ampiamente ristrutturata.

Mille metri quadri e un obiettivo: raccontare il mondo dal punto di vista dei missionari. Sono 450 i religiosi presenti in 19 Stati che allo stesso tempo hanno un forte legame con la diocesi d’origine e con quella dove operano. Mario Ghezzi è stato missionario in Cambogia per 18 anni, ora è il direttore del Centro di cultura e animazione missionaria del Pime: «Come c’è bisogno di pozzi in Camerun e di asili in Cambogia, così anche a Milano c’è molto da fare», dice. «Lo scopo della caffetteria non è quello di far soldi - aggiunge - ma intercettare persone, anche solo per 20 minuti. In modo che, dialogando con un missionario, possano uscire con un nuovo contenuto, un’idea, una domanda: qualcosa che possa toccare il loro cuore». Il Pime esiste dal 1850 e da 20 anni accoglie anche missionari stranieri. La crisi di vocazioni in Italia è tangibile: tra i 50 seminaristi di Monza, solo due sono italiani. Dai missionari arriva l’esempio per reagire al rischio che la paura possa trasformare la città in una fortezza. Secondo monsignor Luca Bressan, vicario episcopale della Diocesi di Milano per la cultura, l’antidoto sarebbe rappresentato dall’apertura, infatti evidenzia che i missionari «sono persone che non hanno avuto paura del mondo». A poca distanza dalla sede del Pime c’è City Life con i suoi grattacieli: «A un mondo che cambia le proprie forme, la Chiesa si adatta e risponde cambiando le forme del ritrovarsi», afferma Bressan. Per l’assessore Gabriele Rabaiotti: «Milano è una città di missione sia laica sia religiosa ed è importante un luogo che educhi al coraggio della mondialità».

Monsignor Mario Delpini, arcivescovo della Diocesi di Milano, in un videomessaggio riflette sulla globalizzazione, che livella il mondo, e la contrappone alla missione, che valorizza le culture locali. Vorrebbe che il mondo non fosse «un grande mercato, dove si parla di consumatori, ma una grande comunità, dove ci sono figli di Dio». Domenica, dopo la messa, l’arcivescovo consegnerà il crocifisso ai missionari in partenza: sei suore e tre sacerdoti. Molteplici le loro destinazioni: Messico, Cambogia, Algeria, Bangladesh, Guinea Bissau e Hong Kong. All’inaugurazione particolare attenzione sarà dedicata all’Amazzonia con un convegno, una mostra nella sala delle esposizioni temporanee e la presentazione del libro “Viaggio in Amazzonia

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