Lombardia, la pillola anti Covid verrà somministrata anche nelle Rsa

La Regione destina seimila confezioni alle strutture, ma con regole più strette di quelle rivolte ai medici di base

In Corea del Sud la pillola Pfizer è ritirabile in farmacia già dallo scorso gennaio

In Corea del Sud la pillola Pfizer è ritirabile in farmacia già dallo scorso gennaio

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Milano - Anche i medici delle Rsa lombarde potranno somministrare, ai ricoverati per i quali è indicata, Paxlovid, la pillola di Pfizer destinata al trattamento precoce di persone fragili che contraggono il coronavirus e potrebbero sviluppare il Covid in forme gravi. Dal 21 aprile l’Aifa ha “sdoganato” per i medici di base la prescrizione di quest’antivirale, pensato per l’uso domiciliare ma fino a giovedì somministrabile solo da centri specialistici individuati dalle Regioni. E si sono scatenate le richieste dei cittadini, anche se l’Aifa stessa, che ha siglato un protocollo per distribuire le pillole in farmacia, ha avvertito che la prescrizione nei centri ospedalieri resta attiva anche per "garantire l’accesso al farmaco nella fase di attivazione, e nel caso in cui la distribuzione da parte delle farmacie fosse temporaneamente non disponibile".

Gli acquisti di Paxlovid sono gestiti dalla struttura commissariale, come avviene per i vaccini anticoronavirus. Inoltre, la somministrazione ha paletti stretti: al massimo entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi, a pazienti che non hanno bisogno di ossigenoterapia, già affetti da patologie come tumori, cardiovascolari, diabete, broncopneumopatia cronica e obesità grave; ma al contempo l’antivirale non può essere assunto insieme a una serie di altri farmaci per evitare interazioni. "Ad oggi non è stato molto usato perché i casi in cui usarlo sono veramente pochi", ha spiegato l’infettivologo Matteo Bassetti, esprimendo perplessità sulla decisione dell’Aifa e sulle sue modalità, che prevedono che il medico di base compili sempre un piano terapeutico. Per ora su un modulo cartaceo: "Sarà informatizzato nell’arco di alcune settimane", ha scritto venerdì la Direzione Welfare della Regione in una nota al servizio sanitario lombardo in cui spiega che Paxlovid potrà essere usato anche dai medici delle Rsa per i loro ospiti.

Con dei limiti, però, più stretti di quelli imposti ai medici di base, che sulla carta possono già prescrivere l’antivirale da far ritirare in farmacia: i dottori delle Rsa dovranno prima frequentare i corsi di formazione che le Ats sono chiamate a organizzare per i medici di medicina generale, "coinvolgendo anche clinici infettivologi", e solo quando saranno comunicati al Welfare i nomi degli autorizzati le Rsa potranno ritirare, negli hub ospedalieri, le quantità di Paxlovid loro destinate. La Regione ha assegnato seimila confezioni alle Rsa, divise tra le Ats in base ai posti letto: all’Ats Metropolitana di Milano e Lodi ne toccheranno 1.685 (il 28%), a quella dell’Insubria il 16%, alla Val Padana il 12%, alle Ats di Bergamo, di Brescia e della Brianza il 10% ciascuna, a quella di Pavia il 9% e alla Montagna il 4%.

 

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