Piccole stazioni in balia dei vandali

Gabriele

Moroni

Con l’avvento della tecnologia sia gli uffici movimento che gestivano il transito sia le biglietterie sono state chiuse e le piccole stazioni delle linee secondarie sono presto andate trasformandosi in gusci vuoti. Prive di presidio, vengono sottoposte all’incessante azione dei vandali che con sistematicità si impegnano a rompere o sporcare qualunque cosa sia presente al loro interno. Non aiuta certo il fatto che Rfi, che dovrebbe gestire le stazioni, tagli l’erba che cresce generosa su binari e banchine solo quando queste si sono trasformate in mini savane cui mancano solo leoni e gazzelle (altro che lounge room del Frecciarossa). Per noi viaggiatori questa incuria generalizzata è fonte di estrema tristezza e disagio che si aggiunge a quello provocato dai quotidiani ritardi. A volte, mentre ti guardi sconsolato attorno attendendo un treno che tarda ad arrivare, ti senti davvero un viaggiatore di serie B.

Simona Vercesi, Stradella

Cerco un po’ d’Africa in giardino Tra l’oleandro e il baobab Come facevo da bambino Ma qui c’è gente, non si può più Stanno innaffiando le tue rose Non c’è il leone, chissà dov’è: forse il leone evocato da Celentano in "Azzurro" ha davvero trovato rifugio dove dice Simona. Quello delle piccole stazioni impresenziate (come si dice in gergo tecnico) dopo l’avvento della tecnologia e oggi facile preda dei vandali, è un problema di ardua soluzione. Controllo del territorio? Ci sono uomini a sufficienza per farlo nelle ore notturne, anche solo per un controllo periodico? Telecamere? E poi? Auguriamoci che almeno venga messa una cura sufficiente per non vedere le stazioncine trasformate in savane. Con buona pace dell’amico leone.

mail: gabrielemoroni51@gmail.com

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