Milano, appena esce di cella prima picchia la compagna e poi la vuole “sfrattare”

Tornato in libertà dopo l’arresto in flagranza per maltrattamenti e lesioni l’uomo la denuncia per occupazione abusiva della casa in cui abitavano

L'ex detenuto violento non sembra aver avuto benefici dal carcere

L'ex detenuto violento non sembra aver avuto benefici dal carcere

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Milano - Finisce in cella per aver picchiato la compagna con il figlio di tre mesi in braccio e appena lo liberano che fa? Anche se ha il divieto di avvicinamento alla donna, torna subito a casa spalleggiato dai suoi genitori e tutti insieme insultano e minacciano la ragazza (con bimbo) terrorizzata. E alla fine, non trova di meglio che denunciare la madre di suo figlio per occupazione abusiva: anche se ci vivevano insieme, l’alloggio - dice l’uomo - è intestato solo a lui.

A. T. è un 40enne incensurato che a fine settembre è stato arrestato in flagranza dai carabinieri per maltrattementi in famiglia e lesioni aggravate. Una sera la discussione animata con la compagna, nell’appartamento di via Lomellina, è finita male. L’ha presa a calci a pugni, lei ha chiamato aiuto e dopo la denuncia è stata accompagnata in ambulanza con il bimbo a Niguarda: piccolo illeso, fortunatamente, mamma trattenuta una notte in osservazione per trauma cranico. L’uomo ha passato un paio di notti in cella, poi il giudice ha convalidato l’arresto e l’ha scarcerato imponendogli però il divieto di avvicinarsi alla donna e di comunicare con lei.

Acqua fresca. Poche ore dopo, T. spalleggiato dai genitori era già in via Lomellina dove la compagna era in compagnia di un’amica. "Adesso butto giù la porta", urlava lui stando al racconto della donna. E il suocero: "Io sono in pensione... ho soldi e tempo da buttare in questa faccenda...ho soldi, tanti soldi...". E la mamma di lui: "Marocchina delinquente, questa è casa di mio figlio, dovete andare via...". E insieme: "Ti roviniamo... ti mandiamo nel tuo paese e ti togliamo il figlio perché abbiamo soldi e potere...".

Nella sua nuova denuncia alla polizia, la giovane ha detto di aver subito in precedenza altri episodi di violenza da parte del compagno che - stando al suo racconto - l’aveva anche invitata ad abortire dietro compenso di mille euro.

 

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